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lunedì, 10 Marzo 2025

Uccise il padre per difendere la madre, Alex assolto anche in Appello

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Oggi, per la seconda volta, gli è stata riconosciuta la legittima difesa e quindi l’assoluzione. Alex Cotoia, il suo nuovo cognome dopo aver cambiato da quello paterno, Pompa, a quello della madre, non ci crede alla lettura della sentenza della Corte di appello di Torino. “Devo ancora metabolizzare cosa è successo” dice il ventiduenne che nel 2020 ha ucciso a coltellate il padre violento per difendere la madre 

I giudici hanno dichiarato di confermare la prima sentenza, quella pronunciata il 24 novembre 2021, che aveva completamente scagionato il giovane dall’accusa di omicidio volontario. Poi era arrivata la Corte d’appello, che gli aveva inflitto sei anni e due mesi applicando tutte le attenuanti e le riduzioni di pena possibili, ma la Cassazione aveva ordinato di ripetere il giudizio.

“Spero che questa nuova autorevolissima decisione della Corte torinese – commenta adesso l’avvocato Claudio Strata, che ha difeso Alex insieme al collega Enrico Grosso – metta fine a una vicenda che ha aggiunto sofferenza a sofferenza”.

Il 30 aprile 2020 Giuseppe aveva contattato la moglie non meno di 101 volte sul telefonino solo perché credeva che al lavoro, era cassiera in un supermarket, avesse salutato un collega. Cominciò a sbraitare contro di lei quando era ancora sul pianerottolo. Alex, ai domiciliari, nel giugno del 2020 sostenne anche l’esame di maturità e fu promosso.

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