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martedì, 3 Dicembre 2024

Toro, ora Cairo si avvicini al “popolo granata”…

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Redazione
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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

C’è poco da fare. Essere del Toro, tifare Toro, “appartenere” al Toro è una sofferenza continua ma anche, per dirla con Veltroni, una gioia incontenibile. Del resto, è la nostra storia secolare ad aver scandito passione e dolore, entusiasmo e cadute, tifo e contestazione ecc. ecc. E anche quest’anno non usciamo da questi dilemmi strutturali e costitutivi della storia granata. Si perde in casa contro il Sassuolo, si vince a Copenaghen – vabbè, era squadra paragonabile alla nostra C, ma è pur sempre una competizione europea, seppur in attesa dell’Atletico Bilbao.. -, si perde immeritatamente contro la Juventus nel catino di Venaria, si pareggia per miracolo ad Empoli e poi si liquida con grinta e convinzione il fortissimo Genoa. Insomma, risultati “da Toro”, come si suol dire, dove l’unica certezza è la sofferenza.
Ora, senza giustificare il tutto ricorrendo al “destino cinico e baro”, è pur vero che l’appartenenza alla “comunità granata” continua ad essere esaltante e carica di emozioni. E non solo per noi militanti da stadio ma anche per tutti coloro che anche lontanamente sentono un richiamo ai colori granata. Del resto, se è vero, com’è vero, che la letteratura sul Torino e sulla storia granata è la più corposa rispetto a tutte le altre squadre italiane,  dobbiamo anche dire che questo non è altro che la conferma della singolarità e della peculiarità di questa “storia” esaltante e tragica al tempo stesso.
Ma c’è un aspetto su cui vorrei richiamare l’attenzione in questo scorcio di fine anno. E cioè, se la peculiarità della storia granata si conserva in tutta la sua freschezza, la società che attualmente gestisce e governa il Torino  non può essere  sorda al richiamo della sua tifoseria. Centinaia di cene e momenti di incontri nei vari club disseminati in tutta Italia continuano ad essere gremiti di tifosi e simpatizzanti di tutte le generazioni. E a questi momenti di incontro e di convivialità la partecipazione delle “vecchie glorie” continua ad essere costante e preziosa. Vecchie glorie che incrociano gli sguardi interessati dei tifosi granata e che distillano ricordi lontani ma sempre freschi e attuali per il “popolo granata”.
Ora, alla lue di questa costante che si ripete puntualmente ogni anno da molti decenni, chiediamo troppo a Cairo e a chi lo affianca se la “società” non rimane estranea ed esterna a tutto ciò? Chiediamo troppo se prima dei risultati, sempre importanti e sempre decisivi per ogni squadra, Torino compreso, c’è anche il rispetto profondo della storia e della specificità granata?
Siamo certi che Urbano Cairo batterà un colpo…. Auguri granata!…

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