Un futuro che non sia frutto di algoritmi, di sogni o presupposizioni, di illusioni o peggio di promesse non mantenibili. Stefano Lo Russo capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale a Torino si mette a disposizione nella corsa delle primarie per scegliere il candidato sindaco della città, che saranno il 6 e il 7 febbraio 2021, ma lo fa anteponendo al suo nome un progetto programmatico dal nome ambizioso “Torino 2031”.
“E’necessario strutturare l’azione attraverso una progettualità che guardi il decennio che si apre ma che sappia tenere accanto e rispondere con attenzione alle necessità contingenti” dice Lo Russo presentando la piattaforma programmatica nelle quali vengono sistematizzate le esperienze, con lo scopo di spostare la discussione non tanto sui nomi dei candidati a sindaco ma su quali sono le idee e come si pensa di realizzarle.
“Le primarie sono uno strumento essenziale – ribadisce Stefano Lo Russo, da oggi competitor – Sono uno strumento straordinario che se ben impostato, è in grado di far riscoprire entusiasmo nei cittadini per la discussione, essendone parte loro stessi”. Ribadisce come la politica debba tornare ad essere lo strumento con il quale confrontarsi e ragionare, perché “il centrosinistra ha un compito: non solo quello di trovare il miglior candidato, ma il miglior sindaco per questa città”.
Quello presentato da Stefano Lo Russo è un programma articolato e approfondito, che si offre alla riflessione del centrosinistra e del civismo con il quale, per Lo Russo “è naturale dialogare”.
“Torino 2031. La Città a misura di futuro è un documento che prova a coniugare il presente con il futuro in cui ho raccolto e messo a sistema le mie visioni sulle grandi questioni della Città. Idee e chiavi di lettura che derivano certamente dalla mia storia professionale, dalla mia esperienza amministrativa in Comune ma anche da quello che ho raccolto in tutti questi anni tra le persone e le realtà sociali ed economiche che ho incontrato” spiega ancor Lo Russo.
Salute, lavoro e sviluppo, sicurezza, lotta alle diseguaglianze, cultura e turismo, ambiente e spazio urbano sono i grandi temi che gli assi di intervento politico-amministrativi devono agire, secondo Stefano Lo Russo, in modo cooperativo per trovare la strada necessaria al rilancio di Torino. Sono centrali: l’impresa, la trasformazione fisica ed infrastrutturale, la cultura, la dimensione internazionale, il turismo, l’Università, l’innovazione e la ricerca, le politiche sociali.
Tre sono i grandi nodi di fondo che il candidato alle primarie propone per sviluppare le iniziative: le risorse economiche, le competenze amministrative, la macchina comunale. Due infine gli orizzonti di riferimento dentro cui operare: quello nazionale, in cui una Torino forte di visione, concretezza e capacità realizzativa si possa offrire come parte della soluzione dei problemi del Paese e quello europeo attraverso lo sviluppo di progettualità e percorsi che rientrano nel grande piano per la ripresa Next Generation EU e che permettano alla Città di tornare a giocare un ruolo distintivo e protagonista anche a livello internazionale.
Stefano Lo Russo, oltre a essere capogruppo del Pd e amministratore da lungo tempo, è ingegnere e docente al Politecnico di Torino, il cui Rettore Guido Saracco da settimane ormai è protagonista dei rumors di stampa come possibile candidato civico alla poltrona di sindaco della città. “E’ un collega e un amico, della sua candidatura sarei contento e onorato – commenta Lo Russo, ricordando però che – è stato eletto Rettore molto recentemente, ha un programma di riforma ambizioso da sviluppare e credo che lo voglia realizzare. Se cambia idea, e se ha delle idee, lo faccia sapere”.
Su Saracco si esprime con sabauda e severa pacatezza Valentino Castellani, presente alla presentazione della piattaforma programmatica di Lo Russo ed “eletto” dai civici di Federico de Giuli a proprio mentore. Per lui, il Rettore, nella corsa a sindaco di Torino “è un fantasma. Se ha voglia di candidarsi, sarebbe bene che si materializzasse, sciogliendo l’ambiguità”. Castellani mette a disposizione sé stesso, la sua saggezza, con la quale sottolinea “Lo Russo ha un profilo di tutto rispetto, ha fatto tutto il percorso che serve, conosce la macchina. E’ giusto cercare persone che non siano tecnocrati, ma che abbiano un profondo respiro politico”.