Avvocati, giuristi, associazione Antigone, Cgil, ma anche consiglieri regionali del centrosinistra e segretario piemontese del Partito Democratico si sono dati appuntamento questo pomeriggio per chiedere verità e giustizia per Moussa Balde, il 23enne della Guinea suicidatosi nel Cpr di Torino, di cui i manifestanti chiedono la chiusura definendolo “una struttura illegale”.
Gli avvocati si sono presentati sotto la prefettura indossando la toga. “Siamo qua perché il mondo del Diritto ha deciso di dire basta a questo vero e proprio lager – dice Gianluca Vitale del Legal Team – un centro di detenzione dove ci sono gabbie per animali. Non vengono rispettati i diritti fondamentali delle persone”.
Tra gli ultimi ad aver visitato il Cpr in questi giorni Marco Grimaldi, consigliere regionale di Luv: “Siamo qui oggi non solo per chiedere verità e giustizia per Moussa, ma per i tanti volti che abbiamo visto in questi anni di sopralluoghi ai CPR, persone private della libertà, dell’umanità e della dignità senza aver commesso alcun reato”. “Questi luoghi sono una ferita nella città dell’accoglienza, una cattiva coscienza che Torino non vuole avere”, prosegue Grimaldi.
Per il segretario regionale del Pd, Paolo Furia, “Torino non può accettare che esistano queste situazioni: non c’è modo più efficace per produrre insicurezza e violenza che mantenere le persone in spazi senza dignità”.