«E’ stato un gesto di disobbedienza civile che si configura come esercizio di un diritto». Con queste parole l’avvocato Roberto Lamacchia ha definito la violazione dei sigilli della Baita Clarea in Val di Susa.
Ventuno gli imputati per il mancato rispetto del sequestro giudiziario, tra cui Beppe Grillo. Gli avvocati difensori sono convinti che la Procura di Torino abbia sbagliato a contestare il reato in questione per le manifestazioni che si svolgevano nel presidio No Tav: «Al massimo si tratta di una inosservanza di un provvedimento dell’autorità, che e’ punita con una contravvenzione».
l’avvocato Gianluca Vitale ha poi chiesto l’assoluzione di Alberto Perino, leader storico del movimento che si oppone alla Torino-Lione perché ha manifestato «esercitando un diritto e mettendoci la faccia, una condotta che in un’aula di giustizia dovrebbe essere apprezzata».
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