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domenica, 8 Settembre 2024

Piemonte in zona gialla, per Cirio non ci sono dubbi: “I numeri dicono di si”

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Vuole restare in zona gialla il Piemonte e secondo il governatore Alberto Cirio ci sono tutte le carte in regola per continuare a essere una delle regione con le minori misure di contenimento del Covid. 

Mentre la decisione definitiva si conoscerà solo domani il presidente Cirio speiga che “Il pre-report arrivato nella notte ci dice che il Piemonte ha ancora i numeri da zona gialla, perchè la situazione complessivamente non è peggiorata ed è stabile. L’Rt, seppur lievemente in crescita, rimane comunque sotto l’uno”. 

Cirio fa quindi appello alle decisioni di Roma: “Noi siamo convinti che con questi numeri il posizionamento della regione sia da zona gialla, ma dovrà decidere domani il Cts e in seguito il ministro della Salute”.

Certo, continua a preoccupare la diffusione delle varianti, ormai presenti in un terzo dei nuovi casi su tutto il territorio regionale e che fanno temere non solo per la loro maggiore contagiosità ma anche perché non si conosce ancora la loro eventuale resistenza rispetto ai vaccini. Proprio su questo tema il Dirmei sta continuando a monitorare l’andamento dei contagi e la diffusione delle varianti, non solo quella inglese, ma anche quella brasiliana e quella sudafricana. Lo speranza è dunque che resti sotto quota 1000 il numero dei contagi totali così da poter assicurare la zona gialla anche per le prossime settimane, cosa che si auspicano anche i commercianti, tra le categorie più colpite dalle norme anti-Covid.

Infatti, proprio la categoria della ristorazione, nonostante la riapertura per il servizio al tavolo avevano osservato come nemmeno il passaggio in zona gialla fosse servito per un rilancio dei consumi visto la diffidenza di molte persone e le cambiate abitudini di vita, come l’aumento dello smart working.

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