di Bernardo Basilici Menini
Uno dei massimi riconoscimenti mondiali per un’opera di pacificazione attesa da decenni. Il presidente della Colombia Juan Manuel Santos è stato insignito del premio Nobel per il suo progetto di pacificazione con le Farc, le Forze armate rivoluzionarie della Colombia, dopo un conflitto che da decenni dilania il paese sudamericano.
Il tutto nonostante i colombiani abbiano recentemente respinto l’accordo in un referendum popolare. «questo non va inteso come un no alla pace -dicono dal comitato norvegese per il Nobel per la pace, unico dei premi che non viene assegnato dalle istituzioni svedesi– Il dissenso popolare è stato pronunciato contro una specifica formulazione dell’accordo. Perciò sottolineiamo proprio l’importanza che Santos guidi ora un più ampio dialogo, per una nuova stretta di mano che trovi basi ampie e quindi maggiore sostegno. Esortiamo tutte le parti, tutti i partiti, a dare il loro contributo».
Il referendum avrebbe dovuto ratificare l’accordo stipulato lo scorso agosto tra lo Stato colombiano e le Farc, per mettere fine al conflitto iniziato nel 1964. Le operazioni diplomatiche erano iniziate nel 2015 con gli incontri tra Juan Manuel Santos e Timochenko, il leader delle forze rivoluzionarie. Nel processo di pacificazione hanno avuto un ruolo centrale le azioni di Cuba e di Raul Castro, tra i principali promotori dell’accordo. Diversi Stati, anche europei, sono stati scelti per il ruolo di garanti e osservatori dell’accordo.
La bocciatura di quest’ultimo da parte del popolo colombiano, tuttavia, almeno negli intenti non segna la fine del processo di avvicinamento tra le due parti, che hanno dichiarato di voler continuare a cercare una via per la pace