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lunedì, 30 Dicembre 2024

Metti una sera con il vicesindaco Montanari…

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

di Saverio Mazza

Insomma, pare proprio che il nostro vicesindaco Guido Montanari dia il meglio di sé quando esce da Palazzo. Ne approfitta spesso, quando si reca nelle circoscrizioni per confrontarsi con gli eletti ed i cittadini, per esercitarsi in una sorta di sui remissionis peccatorum. L’auto di servizio parcheggiata nello stallo disabili di fronte i locali della Circoscrizione 8? E’ colpa dell’autista. Le donne lavorano di domenica? E’ colpa del Pd. L’operazione Westinghouse? E’ un errore ed è colpa del Pd.
L’ultima, appunto, ieri sera in Circoscrizione 3. Secondo il vicesindaco, le donne lavorano di domenica per responsabilità dei Democratici, trincerandosi evidentemente dietro lo stereotipo “donna-cassiera”. Avrebbe fatto bene, però, a ricordare cosa il Pd ha fatto (a differenza del M5S) su temi come ad esempio la parità di genere e la tutela delle donne, così come per le lavoratrici madri. Ma mi rendo conto di pretendere un po’ troppo.
Certo è, che da un vicesindaco di una Città come Torino ci si aspetta altro. Ad esempio ragionamenti politici, visioni strategiche per il futuro di Torino, l’esposizione di soluzioni ai problemi e non l’elenco dei presunti responsabili. Ma vi immaginate altri personaggi che hanno ricoperto quel ruolo confrontarsi come ha fatto Montanari ieri sera? (Povero il nostro compianto Carpanini…)
In ogni modo pensavo che la visita in Terra Santa del vicesindaco gli fosse quantomeno servita per esaminare meglio lo spirito con il quale un amministratore pubblico debba porsi nei confronti della Comunità che amministra, ossia con umiltà e la responsabilità del padre di famiglia che si assume delle responsabilità. Invece, quanto pare, quel viaggio è servito solo a tenerlo momentaneamente lontano da Torino. La preghiera in quel periodo ha dunque sortito effetti non su di lui, ma su di noi.

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