-4.1 C
Torino
venerdì, 6 Dicembre 2024

Metro 2, Appendino va avanti per la sua strada, ma la maggioranza M5s contesta apertura ai privati

Più letti

Nuova Società - sponsor
Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Tempi più brevi per la Metro Due e maggiori risorse certe per realizzare l’opera. Sono queste gli obbiettivi della sindaca che è andata in pressing sul Governo romano per chiedere un ulteriore aiuto per realizzare la seconda linea della Metropolitana.

Infatti, come spiega Chiara Appendino non c’è dubbio che l’opera si farà essendo il finanziamento statale di 828 milioni di euro già inserito nella legge di Bilancio votata a dicembre 2019. Così come si è sicuri sul punto di partenza dell’opera: Torino nord, ritenuta un’area che di sicuro beneficerebbe della presenza dell’infrastrutture.

Per la sindaca è dunque ora usufruire dei decreti che nel mese di aprile il Consiglio dei Ministri varerà per il rilancio economico del Paese, in ginocchio dopo l’emergenza Coronavirus. A costo di aprire le porte ai privati, e di far arrabbiare la sua maggioranza.

«Visto le gravi difficoltà economiche del momento siamo convinti che la Metro 2 diventi un’opera ancora più importante per il rilancio della città e che debba partire il prima possibile», dice Appendino. Una posizione vicina alla linea del Governo Conte che tra le misure di rilancio economico sta proprio pensando a investimenti sulle infrastrutture.

E così già questa mattina si è intavolato il discorso con Roma. «Abbiamo avuto una prima call con la ministra Paola De Michelis che ringraziamo per la disponibilità anche in questo momento difficile» raccontano Appendino e l’assessora Maria Lapietra. «La ministra concorda nel ritenere la metro 2 un’opera strategica per il rilancio di Torino e l’obiettivo è di trovare un modo per snellire la burocrazia e far partire quanto prima i lavori. Così come ragionare al meglio sulle risorse disponibili», precisa la sindaca che fissa anche delle tappe. Venti giorni di lavoro con un tavolo di confronto con il ministero per arrivare al momento del decreto in cui anche la Metro 2 dovrà essere inserita come opera prioritaria e strategica.

E qui si inserisce il complicato discorso delle risorse che potrebbe portare a nuovi attriti nella maggioranza. Il documento inviato dagli uffici al Consiglio comunale apre la strada al partenariato pubblico-privato. «E’ un’opera che costa 4 milioni e che da soli non avremmo mai potuto realizzare, per questo abbiamo dato vita a un vero e proprio “project financing”»spiega Lapietra. Mentre la sindaca precisa che «rivendendo la forchetta del 51-49 trasformandola in 60-40 potrebbe risultare una buona soluzione alla luce delle novità legate al contesto economico nazionale». Un’apertura ai privati che porta con sé anche una parziale revisione del tracciato o, come precisa Lapietra: «Dobbiamo migliorare la Metro 2 e cercare altri collegamenti utili, per esempio espandersi verso il Politecnico che rappresenta un nodo strategico» anche per gli investimenti.

Resta ora da vedere cosa dirà la maggioranza Cinque Stelle che pur condividendo la necessità di quest’opera per il rilancio di Torino non vuole l’ingerenza del privato. «La relazione tecnica diffusa dai giornali non rappresenta la linea politica del M5s, né l’indirizzo dato alla giunta, ma esclusivamente la valutazione di possibili alternative esposta dagli uffici comunali» scrive la capogruppo Valentina Sganga che ribadisce come la richiesta del gruppo sia quella di chiedere al Governo «un finanziamento complessivo dell’intera opera così da dare una boccata d’ossigeno fondamentale ad aree della città che già oggi sono in difficoltà, come la periferia nord. Il nostro auspicio è che si possa partire con la progettazione esecutiva quando l’emergenza sarà rientrata e che a quel punto, con i decreti economici che il Governo sta preparando, ci siano le risorse per far partire i lavori il prima possibile. Ora aspettiamo che il Governo chiarisca le sue intenzioni senza evocare, anche in una fase dove l’abdicazione del pubblico al privato sta mostrando la corda, strade fallimentari e che rappresentano un azzardo per i conti della Città».

Ma la sindaca stempera le polemiche: «Per ora siamo solo in una fase in cui studiamo la fattibilità, siamo ancora alle analisi. Il dibattito politico verrà dopo. Ma come abbiamo sempre detto non vogliamo caricare le generazioni future di costi non sostenibili dalla Città».

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano