Dopo l’estrema destra, anche il centrodestra, quello istituzionale si schiera apertamente col movimento che il 9 dicembre faranno la rivoluzione, secondo quanto da loro annunciato.
Maurizio Marrone, consigliere comunale torinese di Fratelli d’Italia, segue le orme di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova che alcuni giorni fa ha ufficializzato l’adesione del movimento. L’esponente dell’ex Fuan chiede la sospensione dell’assemblea in Sala Rossa. Tale gesto per solidarizzare con la «manifestazione popolare e spontanea indetta a partire dal 9 dicembre».
«Parteciperò alla protesta – annuncia Marrone – Se contro questo governo di larghe intese e lunghe attese, sostenuto da un Parlamento illegittimo per sentenza della Corte Costituzionale, si prepara una spallata popolare, pacifica e tricolore con le parole d’ordine di sovranità monetaria e difesa dell’economia reale dalla speculazione finanziaria, io ci sono, senza bandierine di fazione o strumentalizzazioni».
Insomma mentre sempre più negozi e bar annunciano di tenere le saracinesche abbassate per paura e mentre le squadracce consigliano di tenere chiuso per la giornata di lunedì, questura e prefettura non prendono precauzioni speciali anche se dicono di seguire la manifestazione e l’evolversi della situazione con attenzione.
Nel capoluogo piemontese la protesta si dividerà in tre tronconi: in centro in piazza Castello, alla periferia nord in piazza Derna, a sud in piazza Pitagora.
La chiamata a raccolta è fissata per le 5.30 del mattino per dare il via a “L’Italia si ferma”.
Intanto sui social network, il coordinamento torinese raccomanda il rispetto del «codice comportamentale, la base per la riuscita del blocco per garantire la forma civile della protesta e la riuscita del progetto». Anche se il progetto a quanto pare è far cadere il governo Letta e farvi seguire un governo di transizione capitanato da un militare.
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