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domenica, 9 Febbraio 2025

Margherita Fumero: “Con le sardine perché amo la libertà”

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Rosanna Caraci
Rosanna Caraci
Giornalista. Si affaccia alla professione nel ’90 nell’emittenza locale e ci resta per quasi vent’anni, segue la cronaca e la politica che presto diventa la sua passione. Prima collaboratrice del deputato Raffaele Costa, poi dell’on. Umberto D’Ottavio. Scrive romanzi, uno dei quali “La Fame di Bianca Neve”.

Margherita Fumero, attrice del miglior teatro che sa sottolineare la commedia, la cultura e la piemontesità, volto noto per le tante interpretazioni insieme a Macario, che la scoprì, poi con Enrico Beruschi, Bud Spuncer e Tomas Milian, sposa la causa delle “sardine”.

Scherza, sorpresa per come la sua scelta di partecipare alla prossima manifestazione di Torino, sia velocemente rimbalzata alla cronaca.

Il movimento delle sardine piemontesi, coordinato dal fotografo Paolo Ranzani, in pochi giorni è salito fino a contare 40mila persone. Ma le adesioni aumentano di ora in ora, per una manifestazione di piazza che sarà a dicembre. Per ora, top secret sulla data. Per scelta.

Margherita Fumero, dunque anche lei in piazza?

Sono una sardina anch’io, lo ammetto, come viaggiano in fretta le notizie! Certo, sarò in piazza e spero si sia in tantissimi

Che cosa l’ha convinta a fare questa scelta?

Io amo la libertà di espressione, di azione, nel rispetto degli altri. Quando ho sentito che qualcuno reclamava per sé pieni poteri, mi sono detta che era ora di fare qualcosa.

Le ha dato fastidio?

Certo, perchè l’arroganza, la maleducazione, non si coniugano con la libertà, ma la ostacolano.

Lei aderirà al movimento in qualche modo?

No, non farò parte dell’organizzazione ma parteciperò, perché è giusto. Io non ho mai fatto politica, ho sempre apprezzato le cose buone degli uni e degli altri e le ho rispettate. Ma mi dà fastidio questo clima di estremismi, di voci grosse.

Cosa le piace del movimento delle sardine?

E’ nato da ragazzi che hanno a cuore la società, che sono attenti, che non sono ripiegati sul proprio cellulare. Mi ricordano un po’ com’eravamo noi, nel 68, con tanta voglia di cambiare il mondo. Noi, non ci siamo riusciti. Questi ragazzi vanno aiutati. Spero lo cambino loro.

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