A 90 anni è morto Dario Fo, l’attore e drammaturgo, regista e scrittore. E ancora: autore, illustratore, pittore, scenografo, attivista, e Premio Nobel per la Letteratura nel 1997. Ha rivoluzionato il mondo artistico italiano ed era conosciuto in tutto il mondo.
Dario Fo era ricoverato da un paio di settimane all’ospedale Sacco di Milano per problemi respiratori. Nato a San Giano, in provincia di Varese, nel 1926, nel 1954 incontra la moglie Franca Rame diventando la coppia artistica che dal palco sfida potere e borghesia, mentre lei, la borghesia, come scrive qualcuno in queste ore, ride mentre viene “schiaffeggiata”.
Un “uomo libero”, un “anarchico” la cui sua opera più celebre resta “Mistero buffo”, portata in scena nel 1969 dove Fo usa il Gramelot, il linguaggio teatrale che si ispirava ai giullari dove i suoni provenienti dalla bocca sono mescolanza di dialetti del nord Italia, della pianura padana. “Mistero buffo” verrà interpretato in molti Paesi e anche in Cina.
Dall’unione tra Franca Rame e Dario Fo nel 1955 nacque Jacopo.
1968-1969, gli anni della contestazione in cui Fo mette in scena gli attacchi al potere sbeffeggiandolo, dove racconta i suicidi di Stato, come ad esempio avvenne per Pinelli in “Morte accidentale di un anarchico”. Aveva fondato vari collettivi teatrali, come “La comune”. Franca Rame, per il loro attivismo antifascista, verrà sequestrata dai neofascisti e violentata nel 1973. Ultimamente Dario Fo si era avvicinato al Movimento 5 Stelle.
Come detto nel 1997 fu insignito del Premio Nobel alla Letteratura “perchè, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi”.