Sono tanti i sindaci della Val di Susa che oggi si sono presentati a Torino per essere ricevuti a Palazzo Lascaris, dove questa mattina, nell’aula del Consiglio regionale del Piemonte, si è tenuta la discussione sui bilanci che devono essere approvati entro la fine dell’anno. Ma tra tanti tagli, quello che non va giù a molti riguarda l’ospedale di Susa. Il nosocomio è infatti a rischio di un ridimensionamento che tra l’altro comporterà la chiusura dell’unico punto nascite in un territorio di circa 80 chilometri. Una vicenda che i primi cittadini voglio discutere mettendola all’ordine del giorno del Consiglio regionale. Fuori un gruppo di loro, “armati” di fascia tricolore. Una sorte di blitz, visto che nessuno a Torino, tantomeno in Regione, era a conoscenza della manifestazione. In prima fila Sandro Plano sindaco di Susa, con in mano un ordine del giorno dove si chiede inoltre che vengano ripristinati i posti letto «di continuità assistenziale presso l’ospedale di Avigliana e il potenziamento di alcuni servizi, come la telemedicina».
Nonostante la sorpresa i sindaci sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus. Un faccia a faccia a cui hanno partecipato oltre a Plano, Angelo Patrizio, sindaco di Avigliana e Nazareno Maiolo, esponente del comitato “Noi abbiamo partorito a Susa”.
Così è stato consegnato l’ordine del giorno. «Paghiamo le tasse come tutti – ha spiegato Plano – chiediamo quindi di avere gli stessi servizi come quelli dei torinesi. Chiediamo che venga mantenuto il punto nascite a Susa e non siano penalizzati i servizi territoriali».