Così come Papa Francesco durante la predica della messa di Natale ha esortato a stare vicini ai propri profughi, ricordando che i primi sono stati proprio Gesù e Maria, anche l’arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia, vuole dare l’esempio e domani incontrerà i rifugiati del centro “Casa del Mondo Unito” di via Negarville. Così la massima autorità religiosa di Torino, dopo aver fatto visita, nei mesi scorsi, nelle palazzine dell’ex Moi di via Giordano Bruno e nelle case occupate dei rifugiati di via Paganini, trascorrerà alcuni momenti con le circa cento persone che vivono nel centro del Comune gestito dalla cooperativa “Esserci”. L’Arcivescovo sarà accompagnato dal vicesindaco Elide Tisi, dal direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti, Sergio Durando, e dal presidente della cooperativa “Esserci” Guido Geninatti.
Nosiglia si mostra così sensibile a una questione che è più che mai d’attualità nel capoluogo subalpino, dal momento che ogni anno la Questura di Torino riceve ogni anno circa 500 richieste d’asilo. Inoltre, anche se non si conosce il numero preciso dei rifugiati in città, l’unico dato certo dice che sono circa 600 le persone che abitano nelle sette case occupate del capoluogo piemontese. Troppe per i 250 posti letto finanziati dai fondi del cosiddetto “accordo Morcone” che sarà in essere fino ad aprile 2014. Le lista a livello nazionale per l’accoglienza profughi per il triennio 2014-2016 invece non è ancora uscita.
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