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domenica, 15 Settembre 2024

La strage di Prato

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

In un attimo la tragedia. Le fiamme divampano rapidamente in una fabbrica tessile di Prato nell’area del Macrolotto, a causa dell’elevata presenza di materiali infiammabili.
E così si scrive un nuovo drammatico capitolo nella storia del lavoro nero e dell’immigrazione.
Tra le fiamme sono morti in sette. Cinque uomini e due donne. Corpi carbonizzati, sepolti sotto le macerie del tetto crollato dell’edificio.
Una delle vittime è stata ritrovata con un braccio fuori dalla finestra: aveva rotto il vetro nel tentativo di salvarsi, ma le sbarre dell’inferriata gli hanno impedito la fuga.
Quattro i feriti, di cui due in gravi condizioni, sono ricoverati nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Nuovo di Prato, per intossicazione da monossido.
Ad accorgersi della tragedia che si stava consumando un ex carabiniere che era nelle vicinanze: «Stavo passando con la mia auto – ha raccontato Leonardo Tuci – quando ho visto una colonna di fumo provenire dal capannone. Mi sono avvicinato e ho visto che c’erano alcuni cinesi che mi venivano incontro piangendo e urlando. Sono corso verso l’edificio e ho visto un uomo con un estintore in mano. Allora ne ho preso uno anch’io. Era stremato, anche per il freddo, e continuavo a sentire le loro urla».
Ha fatto tutto quello che poteva. L’unico rimorso: quello di non essere riuscito a salvarli tutto.
La cosa più agghiacciante che i vigili del fuoco hanno rinvenuto sono dei loculi di cartongesso e di cartone in file soprelevate lungo la parete, usati come dormitorio. Cinque delle vittime sono state rinvenute proprio qui dentro.
Una storia di morte, di dignità calpestata, di aberrazione, di disperazione, di solitudine e di omertà.
Immediate le reazioni. «Il mio pensiero è per la tragedia di Prato. Grave la violazione della dignità umana dei lavoratori». Queste le parole del ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge affidate a un tweet.
Condanna anche da parte di Enrico Rossi, governatore della Toscana: «Questa tragedia l’abbiamo sulla coscienza tutti. Occorre andare più a fondo nella denuncia della più grande concentrazione di lavoro nero in Italia. Siamo sotto la soglia dei diritti umani».
Ora la Procura di Prato sta indagando sull’incendio e oggi aprirà un fascicolo per il reato di omicidio colposo plurimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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