Abitudine.
Quella di assistere ai cambiamenti di rotta della sindaca Chiara Appendino, la prima cittadina di Torino che tanto ha preso dai movimenti e comitati (quelli per la casa, quelli contro la cementificazione del territorio, contro il gli zoo, etc.etc.) per vincere il ballottaggio, e che oggi sta tradendo.
Abitudine.
Quella di vedere 24 consiglieri comunali della maggioranza grillina votare vere e proprie inversioni di marcia. Costretti a farlo, proprio loro che ci hanno messo la faccia in due assemblee in cui i comitati chiedevano “chiarezza”. In fondo sono rimasti gli unici in Sala Rossa ancora legati alla base e alla gente della strada, mentre Appendino, che ha snobbato i due confronti, da quando è sindaca ama avere accanto chi è lontano dal popolo. Anni luce.
Indietro tutta
Uno dei clamorosi dietrofront, per fare cassa e per rimediare – secondo la maggioranza – ad un fantomatico buco della precedente amministrazione (mai realmente quantificato dalla stessa propaganda grillina), è l’ex area industriale Westinghouse, a pochi passi da Porta Susa.
La storia è nota.
Qui l’amministrazione Fassino intendeva realizzare un centro congressi e per finanziarlo si era fatta avanti Esselunga, che accanto voleva costruire un megastore.
Appendino, quando ancora preferiva i comitati e il popolo, da consigliera, insieme all’ormai ex amico e collega Vittorio Bertola, si è oppone a questo progetto. Per farvi un’idea leggetevi l’interpellanza Appendino-Bertola DOCUMENTO
E anche in campagna elettorale “App” ribadisce la sua contrarietà (come dice no al tunnel di corso Grosseto, alla Città della Salute, etc.etc.).
Probabilmente i 19 milioni di euro derivati dall’operazione hanno portano la sindaca Chiara a cambiare idea.
Chissà che pensa realmente della vicenda Guido Montanari, vicesindaco e assessore all’Urbanistica. Lui, un “compagno”, vicino alle teorie di Latouche sulla “decrescita felice”.
Altra epoca: lei e lui che insieme parlavano di ridurre il consumo di suolo pubblico a Torino, di costruire una città policentrica. Ma soprattutto lei e lui che dicevano no ai “palazzinari” e basta ai centri commerciali. Lei e lui per sempre insieme…. O forse no, ma di questo parleremo un’altra volta.
Stella stellina la notte si avvicina…la fiamma traballa...
Ormai la filastrocca la conoscete tutti: a novembre la giunta Appendino approva una variante al Piano regolatore che consente, nelle aree della periferia Nord di Torino, la realizzazione di un parco commerciale di 70mila metri quadri e la conversione di un fabbricato nell’ennesimo supermercato.
È solo l’inizio.
La madama fa votare una delibera che permette l’utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente. Delibera di cui le minoranze unite chiedono oggi conto al Tar, visto che non è passata, come invece prevederebbe il regolamento, dalle Commissioni. Altra storia: anche su questa ci torneremo.
Utilizzare gli oneri? Se il Partito democratico e Fassino nella passata consiliatura avessero osato tanto “la giovane consigliera che sedeva sotto il quadro di Bellezia” avrebbe urlato allo scandalo, avrebbe denunciato il fatto che così si stava dando il via libera ai “palazzinari” di “magnasse” la città. Qualcuno dei grillini avrebbe usato i social per sensibilizzare i torinesi sulla questione. Magari usando dei simpaticissimi fotomontaggi.
Ma chissenefrega dell’ideologia quando ci sarebbero da incassare 47 milioni di euro, frutto delle concessioni date per i nuovi centri commerciali e supermercati.
Ad applaudire Appendino ora sono imprenditori di un certo calibro e non più il popolo.
Ed eccoli i primi nove centri commerciali approvati dalla Giunta pentastellata:
Bricoman di corso Romania
Sempre in corso Romania nascerà anche un altro supermercato
Una Coop in via Botticelli
Lidl in via Bologna
Familia all’ex Scalo Vanchiglia in via Regaldi
L’Esselunga dell’ex Westinghouse in via Borsellino
Lidl in via Baltimora
Familia all’ex Berto-Lamet di Strada del Portone
Lingotto GL in via Nizza
Benvenuti nella città dei Megastore
E qui sotto potete trovare il quadro generale delle entrate iscritte a bilancio da Edilizia e Urbanistica.
La folla grida un mantra …
OM appendiniano: “la colpa è di quello che c’era prima”, “la colpa è di quello che sta Roma che ci deve tutti quei soldi”.
Sarà ma sentendo sempre la stessa identica tarantella a Cinque Stelle ci tornano in mente le parole del sergente Red O’Neill di Platoon, quando ricordava alla recluta, che si era addormentato durante il turno di guardia, come le scuse sono come una parte del lato B del corpo umano, “Taylor, tutti quanti ne hanno una”.