di Moreno D’Angelo
C’è molta perplessità nella base torinese di Forza Italia sull’investitura calata dall’alto del navigato Osvaldo Napoli. Una figura di grande esperienza e affabilità ma che certo non scalda il cuore di quel che resta del partito di Berlusconi a Torino, frustrato anche dal più che prevedibile sorpasso da parte del Carroccio e ormai vagante come un icerberg che continua a perdere pezzi prima di dissolversi completamente. Anche se i giochi ormai paiono fatti sui social i simpatizzanti azzurri continuano a esprimere senza mezzi termini dissenso e amara ironia, invadendo di proteste anche il sito nazionale di Forza Italia.
Non piace l’imposizione voluta in prima persona dal Cavaliere e il secco no a ogni discorso di primarie (una costante per la filosofia berlusconiana del “ghe pensi mi”). La base internauta indica con precisione quello che viene riconosciuto il vero punto di riferimento otto la Mole del movimento: il consigliere Andrea Tronzano capogruppo in Consiglio Comunale. Uno dei pochi nomi attivi, conosciuto, gradito, in particolare all’elettorato dei giovani azzurri.torinesi. Qualcuno si sta preparando a inviare dei santini col nome di Tronzano ad Arcore e, forse ignorando che Torino è la città con più meridionali del nord Italia, ha stigmatizzato anche sul nome del candidato superlampadato che ricorda quello di una squadra di calcio, aggiungiamo ora di grande successo. Molti delusi che hanno sempre votato per il Silvio nazionale dichiarano che non andranno a votare.
I numeri contano e i sondaggi confermano da tempo a destra il prevedibile successo della Lega e il forte ridimensionamento di Forza Italia. Un dato che nello scacchiere delle decisioni sulle candidature da molta forza al peso di Matteo Salvini. A destra, anche se molto più piccolo rispetto a Forza Italia, risulta in salute il partito dei Fratelli d’Italia che a Torino oltre all’immagine e al protagonismo della Meloni, onnipresente sui media , può contare all’attivismo del consigliere Maurizio Marrone. Oggi la base azzurra torinese con un colpo di coda chiede primarie e confronto ma pare che sia troppo tardi per cambiare i giochi. Nel partito del cavaliere c’è chi comincia a pensare che un movimento di destra con queste caratteristiche sia ormai superato e ineluttabilmente destinato a un agonia nemmeno troppo lenta. Questo puntando su una svolta politica e laica sul modello del partito di Nicolas Sarkozy in Francia. Questo prima di finire tutti nel partito nazione o in qualche gruppuscolo con poche speranze.