Lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che in poche ore ha portato il Movimento 5 stelle dall’ipotesi di rinascita al rischio di scissionismo viene seguita con attenzione anche dai pentastellati torinesi, impiegati negli ultimi mesi di consiliatura prima della nuova tornata elettorale.
La sindaca Chiara Appendino è stata la prima, interpellata dai giornalisti, a commentare quanto accaduto tra il fondatore del Movimento e l’ex premier dichiarandosi molto “amareggiata e delusa”. Per la prima cittadina il saltato accordo con Conte ha significato “perdere una grande occasione” e ora mette in discussione il suo futuro all’interno del Movimento e la possibilità di presentare una lista alle prossime comunali.
Ma non tutti la pensano come lei, a riprova di quel solco che negli anni si è creato tra la sindaca e la sua maggioranza, in particolare quel gruppo più “purista” che le ha dato filo da torcere anche in Sala Rossa e che vorrebbe un Movimento quanto più vicino a quello delle origini.
Per i consiglieri comunali, infatti, non si sono dubbi: tra Grillo e Conte vince Beppe.
Così è per l’ex presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci che cita un suo post pubblicato già lo scorso marzo: “questo entusiasmo che vedo in una parte del Movimento dopo che Beppe Grillo di fatto gli ha consegnato le “chiavi” di tutto, compresa la possibilità di modificare lo Statuto, che con fatica avevamo costruito in questi anni specie dopo i difficili ma partecipati Stati Generali interni, mi preoccupa. Tutto questo mi pare il fallimento della politica intesa come gruppo di persone che si unisce e prende delle decisioni”.
Tra le più convinte sostenitrici di Grillo anche la vicepresidente del Consiglio Viviana Ferrero: “Io non so cosa fosse la bozza di Conte. Ma se dovessimo diventare come fu la DC. Grazie no, non è il.mio.progetto politico” scrive aggiungendo: “Noi non siamo.liberali e moderati ma radicali e intransigenti…ECCO IL M5S che amo ancora”.
“Beppe ti amo” è il semplice commento con tanto di cuoricini della consigliera Maura Paoli che lascia intuire da che parte sta, mentre Daniela Albano posta una foto d’archivio di lei con Grillo: “Ho sempre saputo da che parte stare, Beppe”.
A favore del fondatore del Movimento anche Federico Mensio: “Beppe Grillo ha un pregio: è un visionario. O meglio uno che ci vede lungo. Quasi tutto quello che ha detto o scritto poi, presto o tardi, puntualmente si è avverato,Allora ripartiamo. Ora. Dalle idee. Dalle persone che in quelle idee ci credono (ancora) e che hanno voglia di portarle avanti per poi, presto o tardi, cedere il testimone alle successive. E quelle persone si chiamano cittadini attivisti”.
Mentre per Cinzia Carlevaris: “La proposta di Conte l’ho vista in questi 4 mesi su Torino, dove è venuto e ha bloccato tutta la nostra organizzazione dicendo che non avevamo più alcuna autonomia e che avrebbe deciso tutto lui. Torino è in campagna elettorale e non ci ha consentito nemmeno di scegliere un candidato sindaco, bisogna preservare la natura del movimento e non farlo diventare un partito della peggior specie”.
Più moderata è la posizione della capogruppo Valentina Sganga che si è data disponibile alla candidatura a sindaca per Torino: “Per me conta solo il Movimento, la sua comunità, la sua politica, la sua dignità, la sua capacità di rimanere unito nelle cose che si fanno. Torino su questo può fare da esempio di unione e abnegazione al di là di ogni moto dell’anima. Chiaramente nell’attesa che a qualcuno venga in mente di convocare una due giorni di Stati Generali per discutere il nuovo statuto, eventualmente migliorarlo, e approvarlo insieme. Tutti insieme”.
Non mancano poi le riflessioni degli ex che continuano a guardare cosa accede in casa 5 stelle. Dal fuoriuscito Damiano Carretto che se ne era andato sbattendo la porta perchè deluso dalla piega che il Movimento stava prendendo e che ribadisce come “diciamo che Beppe negli ultimi anni non ne ha beccata una”.
Mentre l’ex consigliere comunale Vittorio Bertola afferma: “In un colpo solo Grillo rompe con Conte, dandogli dell’incapace sia come organizzatore che come politico, e fa pace con Casaleggio. Al di là dei giudizi personali su Conte, sulla sostanza politica, nel senso più nobile del termine, Grillo ha ragione da vendere. E’ solo che è un discorso di principio che andava fatto e imposto nel 2013: ora è davvero troppo tardi.