«Quattro cittadini italiani sono imprigionati con incriminazioni alla Bin Laden per un danneggiamento». Erri De Luca lancia un appello per la manifestazione del 10 maggio, quando il movimento No Tav scenderà per le strade di Torino per manifestare in solidarietà dei quattro attivisti in prigione con l’accusa di terrorismo per un attacco al cantiere lo scorso maggio in cui un generatore andò a fuoco.
«In questi ultimi anni più di mille cittadini italiani sono stati incriminati per il sostegno alla lotta della Val Di Susa contro le perforazioni della Tav, seminatrice di amianto», spiega lo scrittore.
Poi attacca la Procura, che lo ha indagato per istigazione al sabotaggio. «Una repressione – evidenzia – su scala di massa è in corso a opera di un reparto della Procura di Torino che si occupa esclusivamente di reprimere la resistenza della Val Di Susa».
«Culmine di questo accanimento – aggiunge – è l’accusa di terrorismo ai danni di quattro persone che avrebbero danneggiato un macchinario».
«Sarebbe accusa degna della più fragorosa pernacchia se non ci fossero quattro vite insaccate dentro le prigioni con questa imputazione. A questo si aggiunge un regime di detenzione particolarmente punitivo nei confronti di cittadini innocenti fino a prova contraria. Il 10 maggio, quattro giorni prima dell’apertura del loro processo si va in pazza per loro.
«Contro l’oscena accusa di terrorismo per la libertà loro, per l’ aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val Di Susa», conclude De Luca.
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