Dopo lo scandalo delle due Big Pharma Novartis e Roche, che avrebbero modificato la descrizione di un farmaco, Avastin, per agevolarne uno che costava di più, Lucentis, il Consiglio dei ministri ha dato l’ok a un decreto per stringere i controlli sui cartelli delle aziende farmaceutiche.
Anche perché le intese tra tali case provoca un grosso danno al Servizio Sanitario Nazionale. E così il cdm ha deciso di inserire regole rigide per concedere le autorizzazioni alle aziende.
A fare i test di sicurezza dei farmaci off-label sarà l’Agenzia Italiana del Farmaco, Aifa (per cui la Società Oftalmologica Italiana, Soi, aveva chiesto alla Procura di Torino di valutare il reato di corruzione in quanto avrebbero favorito la truffa delle due Big Pharma).
Ma cosa sono i prodotti off-label? Sono quei medicinali che vengono usati per patologie diverse da quelle per le quali hanno avuto l’autorizzazione alla commercializzazione in Italia.
Il decreto «prevede norme per favorire l’impiego di farmaci off label meno onerosi per il Sistema sanitario nazionale ma altrettanto efficaci dal punto di vista terapeutico», ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
Nella norma del cdm si rimodulano anche le tabelle per la classificazione delle sostanze stupefacenti, che la sentenza della Consulta aveva annullando bocciando la legge Fini-Giovanardi.
Sulla parte penale, però, specifica la Lorenzin «ci sarà un’ulteriore riflessione». Il decreto legge di oggi sugli stupefacenti «interviene sugli aspetti amministrativi e non penali», ha ribadito.
Col decreto sulle droghe resta, però, intatta la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti.
L’approvazione in cdm è filata liscia: «E’ fantastico, ci saremmo scontrati in una riunione che è durata in tutto 40 minuti! In armonia il Cdm ha ripristinato le tabelle sanitarie, abbiamo affrontato il tema dal punto di vista sanitario mentre il tema politico è stato rimesso al Parlamento».
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