A due mesi e mezzo dalla scomparsa di Elena Ceste dalla piccola frazione Motta di Costigliole d’Asti, gli investigatori brancolano nel buio. Ancora nessuna traccia della mamma 38enne di quattro figli.
Ieri nella caserma dei carabinieri di Canelli è stato interrogato un’altra volta il marito della donna, Michele Buoninconti, 43 anni, vigile del fuoco di Alba. Quattro ore davanti al sostituto procuratore della Repubblica Laura Dedonato come persona informata sui fatti. Per ricostruire le ultime ore di Elena. Cercare di trovare un dettaglio, un elemento magari apparentemente insignificante che potrebbe costituire la chiave di volta per risolvere questo intricato caso.
Le indagini degli uomini dell’Arma, coordinate dal procuratore capo Giorgio Vitari, non escludono nessuna pista.
Ancora troppi misteri. Ormai dal 24 gennaio, giorno della scomparsa della Ceste, la vita della donna è stata scandagliata in ogni suo aspetto. Uomini, vecchie conoscenze, video compromettenti, ricatti, solitudine, confidenze, post cancellati dal profilo Facebook di Elena. Ma gli uomini della scientifica non trovano riscontri sul computer della donna, in quel mondo virtuale in cui lei si rifugiava tutte le notti, dopo aver dato la buonanotte ai suoi figli.
I Ris hanno analizzato l’abitazione e le macchine di Michele e Elena, ma nessuna traccia è stata rilevata. I sommozzatori del reparto speciale dei vigili del fuoco di Torino stanno analizzando le acque del fiume Tanaro, senza risultati.
Di Elena rimangono i vestiti che la mattina della scomparsa sono rimasti nel giardino, gli occhiali e la fede nuziale. Ma soprattutto la speranza che torni a casa. Anche se ogni giorno che passa quella flebile luce si affievolisce sempre più.
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