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domenica, 8 Settembre 2024

Confusione

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Oggi mi sovvengono due considerazioni, apparentemente slegate, ma che poi in fondo sono due facce di una stessa medaglia.

La prima. Sono sempre stato personalmente piuttosto scettico su come le competenze nel nostro Paese siano distribuite tra Stato centrale e Regioni. Soprattutto nei settori chiave. Spero che tra le cose che non dimenticheremo di fare alla fine dell’emergenza vi sia anche un po’ di riordino in tal senso. Temo che si sia confuso un po’ negli anni lo “stare più vicino al cittadino” di certo regionalismo (di destra e di sinistra a scanso di equivoci) con il “faccio cosa voglio” di certi governatori. E questo alla fine non è affatto un bene per il cittadino.

La seconda. Il quantitativo di “comitati di esperti” e la loro numerosità sta cominciando ad essere forse eccessivo. Solo a livello statale abbiamo, sommati, qualche centinaio di “consulenti” della Presidenza del Consiglio e della Protezione Civile, di questo o quel Ministero (o Ministro/a…). Se poi scendiamo nelle Regioni troviamo ripetute le stesse figure. Cui si sommano molte altre decine di esperti (o presunti tali) che si esprimono sui media. Non so se questa babele di voci sia tanto produttiva, sia nel merito delle scelte che vengono prese sia per quello che riguarda il necessario coinvolgimento dei cittadini la cui consapevole e solidale collaborazione (più che le sanzioni) è condizione indispensabile per uscire in fretta dalla crisi.

Credo che una cosa che sta mettendo in forte evidenza questa crisi è la debolezza del sistema istituzionale italiano fatto di affastellamenti di competenze e ruoli non chiari già di loro e su cui le esigenze di visibilità pubblica dei singoli si inseriscono e producono confusione. Tanta.
Io, nell’immediato, comincerei a semplificare un po’ a partire dal numero di “esperti” che credo vada un po’ ridotto.

Stefano Lo Russo
(capogruppo in consiglio comunale a Torino del Partito Democratico)

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