“Aveva la voce raffinata quella che si presentava al telefono come una distinta signora tedesca che offriva un bellissimo bilocale nel cuore di Torino ma in realtà si trattava di una truffa che mi è costata più di 2000 euro”.
A raccontare con amarezza la brutta esperienza è un giovane operatore sociale, Andrea F., che, dovendo lavorare a Torino, stava cercando una sistemazione di lungo periodo.
“Non posso crederci. Avevo visto sul portale Bakeca.it l’annuncio con le foto di un bel living in affitto. A convincermi ad effettuare il pagamento , con un anticipo di tre mensilità, è stato il fatto che la locazione vantava la garanzia di appoggiarsi al noto portale online di affitti brevi Airbnb”. In realtà quel portale, con il logo del consolidato gruppo internazionale, era farlocco. Il sito truffaldino è stato presente in rete fino al mattino del 21 febbraio e probabilmente sarà di nuovo operativo con il cambio di qualche dettaglio. “Purtroppo – confessa Andrea – non avevo mai avuto a che fare con Airbnb e non mi sono reso conto di nulla. Ora, guardando il sito originale, ho preso atto di quanti filtri e meccanismi vi siano a tutela degli operatori che offrono e domandano camere in affitto”.
“Allettato dall’offerta a condizioni vantaggiose ho così deciso che era il caso di fermare al volo questa proposta e ho inoltrato un bonifico di oltre duemila euro alla signora che, come giustificazione, mi aveva detto, sempre con tono raffinato, che era stata costretta ad abbandonare la casa in cui risiedeva perché a causa del Covid aveva perso il lavoro ed era dovuta tornare in Germania”.
“Per me giovane lavoratore impegnato nel sociale in progetti solidali questa è stata una vera mazzata dal punto di vista economico ed anche sul piano morale. Ho presentato denuncia alle Forze dell’Ordine”.
“Non mi aspetto di riavere i soldi e non mi ho ricevuto alcuna indicazione in tal senso – conclude il giovane operatore sociale – ma spero che questa mia comunicazione possa mettere in guardia da questi siti farlocchi tante persone truffate per la loro buona fede”. Il fenomeno dei siti fraudolenti continua a fare vittime tra tanti malcapitati mentre risulta quanto mai complessa la caccia ai responsabili che le trovano tutte per colpire e nascondersi nel mare del dark web.