11.7 C
Torino
sabato, 14 Settembre 2024

Caporalato, storica sentenza di condanna a Cuneo

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Prima condanna per caporalato emessa da un tribunale del Nord Ovest d’Italia oggi a Cuneo nell’ambito del processo di primo grado “Momo” per episodi di caporalato in agricoltura e allevamento partito dalla  testimonianza del bracciante Koanda Moumouni e a quelle di altri lavoratori migranti, sfruttati da un altro migrante, del Burkina Faso, il “caporale” Tassembedo Moumouni, detto “Momo”  e da alcuni imprenditori.

L’uomo è stato condannato a 5 anni di reclusione, a €14.700 di multa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici mentre  sono stati infatti condannati gli imprenditori agricoli di Lagnasco (Cuneo) Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca (5 anni di reclusione, €14.000 di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici) e gli allevatori di Barge (Cuneo) Andrea DepetrisMonica Coalova (3 anni di reclusione, €8.400 di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici). Assolti Graziano Gastaldi e Agnese Peiretti per non aver commesso il fatto.

Inoltre, per due anni tutti i condannati non potranno assumere cariche in imprese e ricevere sussidi dallo Stato o dall’Unione Europea.
Importanti riconoscimenti per l’associazione Sicurezza e Lavoro – che opera da anni sul territorio per contrastare caporalato e sfruttamento lavorativo e promuovere i diritti di lavoratori e lavoratrici – a cui, oltre al rimborso delle spese legali, va un risarcimento di 10.000. Così come per Cgil e Flai Cuneo (avv. Valentina Sandroni).Risarciti anche i due lavoratori migranti ammessi come parti civili nel processo, con €50.000 (Koanda Moumouni) ed €15.000 (Kone Adama).

“Siamo soddisfatti che il Tribunale di Cuneo abbia confermato l’impianto accusatorio della Procura e le nostre tesi – ha dichiarato l’avvocato di Sicurezza e Lavoro, Giacomo Mattalia– riconoscendo lo sfruttamento dei lavoratori migranti nei campi e negli allevamenti del saluzzese. È una prima storica condanna per caporalato nel Nord Ovest d’Italia, che attesta anche l’impegno pluriennale dell’associazione Sicurezza e Lavoro nel contrastare questo odioso fenomeno e nel tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici”.

“Ringraziamo il nostro avvocato Giacomo Mattalia per l’impegno e la professionalità – ha affermato il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico – e auspichiamo che questa storica sentenza sia da monito per quanti continuano a sottovalutare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nel Nord Italia e soprattutto per chi opera nell’illegalità, danneggiando lavoratori e lavoratrici e il tessuto sano dell’agricoltura e dell’allevamento, eccellenze italiane. Continueremo a difendere le vittime di ingiustizie sul lavoro tramite il nostro Sportello Legale gratuito e a tutelare salute, sicurezza e diritti di chi lavora”.

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano