Prima condanna per caporalato emessa da un tribunale del Nord Ovest d’Italia oggi a Cuneo nell’ambito del processo di primo grado “Momo” per episodi di caporalato in agricoltura e allevamento partito dalla testimonianza del bracciante Koanda Moumouni e a quelle di altri lavoratori migranti, sfruttati da un altro migrante, del Burkina Faso, il “caporale” Tassembedo Moumouni, detto “Momo” e da alcuni imprenditori.
L’uomo è stato condannato a 5 anni di reclusione, a €14.700 di multa e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici mentre sono stati infatti condannati gli imprenditori agricoli di Lagnasco (Cuneo) Diego Gastaldi e Marilena Bongiasca (5 anni di reclusione, €14.000 di multa e interdizione perpetua dai pubblici uffici) e gli allevatori di Barge (Cuneo) Andrea Depetrise Monica Coalova (3 anni di reclusione, €8.400 di multa e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici). Assolti Graziano Gastaldi e Agnese Peiretti per non aver commesso il fatto.
Inoltre, per due anni tutti i condannati non potranno assumere cariche in imprese e ricevere sussidi dallo Stato o dall’Unione Europea.
Importanti riconoscimenti per l’associazione Sicurezza e Lavoro – che opera da anni sul territorio per contrastare caporalato e sfruttamento lavorativo e promuovere i diritti di lavoratori e lavoratrici – a cui, oltre al rimborso delle spese legali, va un risarcimento di €10.000. Così come per Cgil e Flai Cuneo (avv. Valentina Sandroni).Risarciti anche i due lavoratori migranti ammessi come parti civili nel processo, con €50.000 (Koanda Moumouni) ed €15.000 (Kone Adama).
“Siamo soddisfatti che il Tribunale di Cuneo abbia confermato l’impianto accusatorio della Procura e le nostre tesi – ha dichiarato l’avvocato di Sicurezza e Lavoro, Giacomo Mattalia– riconoscendo lo sfruttamento dei lavoratori migranti nei campi e negli allevamenti del saluzzese. È una prima storica condanna per caporalato nel Nord Ovest d’Italia, che attesta anche l’impegno pluriennale dell’associazione Sicurezza e Lavoro nel contrastare questo odioso fenomeno e nel tutelare i diritti di lavoratori e lavoratrici”.
“Ringraziamo il nostro avvocato Giacomo Mattalia per l’impegno e la professionalità – ha affermato il direttore di Sicurezza e Lavoro, Massimiliano Quirico – e auspichiamo che questa storica sentenza sia da monito per quanti continuano a sottovalutare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento lavorativo nel Nord Italia e soprattutto per chi opera nell’illegalità, danneggiando lavoratori e lavoratrici e il tessuto sano dell’agricoltura e dell’allevamento, eccellenze italiane. Continueremo a difendere le vittime di ingiustizie sul lavoro tramite il nostro Sportello Legale gratuito e a tutelare salute, sicurezza e diritti di chi lavora”.