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mercoledì, 2 Aprile 2025

Askatasuna, i giudici affossano il teorema della Procura: non è associazione a delinquere 

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

L’accusa di associazione a delinquere “non sussiste” e degli 88 anni di carcere richiesti da magistrati ne sono stati inflitti solo 21 (la pena più alta 4 anni e 9 mesi, la più bassa cinque mesi), con 18 condanne e 10 assoluzioni. Hanno di che festeggiare i militanti del centro sociale Askatasuna dopo la sentenza del maxi processo che vedeva imputati 28 persone per diversi episodi di violenza e disordini in città e ai cantieri Tav in Valsusa. Mentre crolla il castello accusatorio della procura di Torino che al termine di lunghe indagini realizzate con la Digos sosteneva che nell’immobile occupato di corso Regina Margherita dal 2009 si fosse formata una vera e propria organizzazione di attivisti, che coordinava e dirigeva proteste e scontri di piazza. E invece i giudici hanno assolto tutte le persone accusate di associazione a delinquere “perchè il fatto non sussiste” condannando i singoli attivisti per reati come violenza privata, estorsione, rapina, sequestro di persona, resistenza a pubblico ufficiale. Con sentenze accolte con applausi e cori.

Nessuna soddisfazione neanche per la Presidenza del Consiglio e i ministeri di Interno e Difesa che volevano risarcimenti immediati per 6,8 milioni di euro: il tribunale ha stabilito che dovranno proporre una causa civile. Mentre Telt, la società che si occupa del Tav, riceverà 500 euro per il danneggiamento di un reticolato. 

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