Lo aveva annunciato lunedì scorso e così ha fatto Maurizio Marrone, consigliere comunale e regionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, che oggi ha discusso in Comune la questione sulla situazione di Kassim, il marocchino convertito al cristianesimo e attualmente rinchiuso nel Centro di Identificazione e Espulsione di Torino. L’uomo è arrivato qualche anno fa in Italia con un regolare permesso di soggiorno che non ha potuto rinnovare quando, dopo aver compiuto un reato, è stato arrestato e rinchiuso in carcere per un periodo piuttosto lungo, durante il quale ha scelto di convertirsi, appunto, al cristianesimo. Alcuni mesi fa, l’uomo, che lavora come fruttivendolo al mercato di Porta Palazzo, è balzato agli onori delle cronache per aver trovato e riconsegnato la pistola rubata di un vigile urbano.
Il Comune ha deciso di premiarlo per la sua onestà, e a consegnargli l’onorificenza il comandante dei vigili urbani Alberto Gregnanini. Il suo “esporsi” però, ha fatto emergere anche il suo status di extracomunitario per cui è stato poi portato al Cie.
Indignato Maurizio Marrone, che punta il dito contro la Giunta comunale, alla quale chiede ora di intervenire per impedire che Kassim venga rimpatriato. Secondo il consigliere, l’uomo, rischierebbe infatti il carcere per “apostasia”.
«Nel suo Paese verrebbe perseguitato e rinchiuso non tanto perché cristiano ma perché convertito dall’Islam a un’altra religione» ha spiegato Marrone dopo la discussione in Sala Capigruppo sul futuro di Kassim.
«La cosa assurda è il paradosso nel quale ora ci troviamo perché prima di riconsegnare la pistola ed essere premiato con tanto di cerimonia, non c’era ancora un decreto di espulsione nei suoi confronti» spiega il consigliere.
Immediate le polemiche sui social network. Da un lato infatti c’è chi accusa il consigliere di usare due pesi e due misure con gli immigrati: «musulmani no ma cristiani sì? Quindi è questione di religione o di illegalità?» dall’altro c’è chi mette in dubbio la fede di Kassim: «Chi ci dice che non si sia convertito per evitare il rimpatrio?» insinuano i commenti al veleno del popolo dei social.
Marrone ribalta loro la domanda: «Possibile che solo i cristiani a rischio di persecuzione religiosa non abbiano diritto all’asilo politico qui a Torino?».
«So perfettamente che il sindaco Fassino non possa dire cosa fare ad un giudice, ma potrebbe intervenire. Per quanto riguarda la fede di Kassim, che sono andato personalmente a trovare al Cie, non mi sento di metterla in dubbio – sottolinea Marrone – Ci sono preti e avvocati che la confermano e il suo tatuaggio sul braccio mi sembra un gesto molto forte, testimonianza di una scelta che nel suo Paese non desterebbe alcun dubbio».
Per il momento quindi la decisione spetta al giudice e dal Comune fanno sapere che terranno alta l’attenzione sulla questione di Kassim.