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mercoledì, 9 Ottobre 2024

Milano, al liceo Pascal assemblea vietata perchè c'è un No Tav

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Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Libertà di espressione solo se non si hanno condanne. Sembra essere questo il criterio applicato da preside e professori del liceo scientifico Pascal di Milano dove questa mattina si è tentato di interrompere una assemblea degli studenti in autogestione perchè presente un No Tav condannato in primo grado nel maxi processo conclusosi il 27 gennaio scorso.
Ma veniamo ai fatti: nel liceo milanese è in corso una tre giorni di autogestione durante i quali sono stati invitati a prendere parte a corsi ed assemblee anche esterni. Tra di loro anche Stefano, ex studente del Pascal, e recentemente condannato in primo grado a 3 anni e 9 mesi dal tribunale di Torino per gli scontri in Valsusa del 2011.
Stefano era stato invitato alla tre giorni per tenere un corso di orientamento per la scelta dell’università e su questo, precisano gli studenti, nessuno aveva avuto nulla da ridire. Il problema è sorto quando si è deciso di dare vita a una assemblea sulla questione Tav: infatti, in quel caso la presenza di Stefano non è stata gradita e alcuni professori e il preside avrebbero tentato di interrompere l’assemblea proprio per la presenza di un attivista No Tav con una condanna.
«Come studenti del Pascal autogestito – scrivono i ragazzi in una nota su Facebook – abbiamo ritenuto inaccettabile la provocazione di interrompere l’assemblea. Gli stessi presidi e professori che si auto nominano difensori della libertà di espressione riprendendo la vicenda di Charlie Hebdo cercano di impedire a un ragazzo di parlare.
Il pascal è autogestito da tutti gli studenti della scuola e la proposta formativa che mettiamo in campo in questi giorni dipende solo dalla volontà degli studenti stessi».
 
 

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