Tutti ricordano la vergognosa rissa nell’aula del consiglio regionale di Palazzo Lascaris durante la discussione sulla legge per ridurre i compensi dei consiglieri.
Ma i colleghi, vedendo minacciato il loro lauto stipendio, non la presero bene. E così volarono minacce, spintoni e strattoni dopo che la proposta venne bocciata.
Erano cominciate subito le indagini, coordinate dal pubblico ministero Vincenzo Pacileo, in seguito alla querela di Davide Bono e Fabrizio Biolè del Movimento Cinque Stelle, che avevano proposto il taglio dei compensi.
Massimiliano Motta di Fratelli d’Italia e Nino Boeti del Partito Democratico che avevano ingaggiato la rissa sono stati condannati dal giudice di pace a 250 euro di multa e 800 di risarcimento il primo e 200 euro di multa e 400 di risarcimento il secondo.
«In quell’occasione io ed il collega Biolè – raccontò subito dopo la rissa Davide Bono – alla conclusione della discussione e bocciatura della nostra proposta di legge per la riduzione delle retribuzioni dei Consiglieri regionali, avevamo subito delle violenze sotto gli occhi di tutti i membri del Consiglio e della Giunta regionale presenti in Aula. Il Consigliere Boeti aveva spintonato e colpito alle spalle Biolè, mentre Motta, dopo avermi spintonato, mi prendeva addirittura a calci minacciandomi di “farmela pagare”. A tali gravi atti, indegni di un consesso civile e tanto più di un’Aula istituzionale, non erano purtroppo seguiti adeguati provvedimenti di sanzione da parte della Presidenza del Consiglio Regionale; al contrario siamo stati pesantemente redarguiti per aver compiuto un gesto dimostrativo non violento, lanciando delle finte banconote, e per avere video-ripreso l’accaduto».
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