di Amedeo Avondet
In Moldavia Stando ai voti dei soli residenti nel Paese Est-europeo avrebbe perso le elezioni, con il 100% dei risultati scrutinati infatti il leader dell’ opposizione socialista e “filo-russo” , o semplicemente neutralista, Alexander Stoianoglo avrebbe vinto con il 51,19% dei voti, contro 48,81% dei voti, secondo quanto riportato dalla Commissione elettorale centrale della Repubblica di Moldavia.
Un risultato simile, tra mille proteste sia sui social network che nelle strade di Chisinau, si è verificato per il referendum sull’adesione all’ Unione Europea.
A questo punto occorre dunque riportare ed analizzare i fatti in base a quanto avvenuto in entrambe le elezioni lasciando ai lettori l’opportunità di pensare liberamente in merito a quanto avvenuto.
Dopo quanto avvenuto durante il referendum sull’adesione all’Unione Europea i moldavi, sui social e non, già temevano nuovi brogli da parte dell’establishment filo-occidentale anche durante il secondo turno delle elezioni presidenziali, e così è stato, almeno secondo l’opposizione che si è riunita in piazza a Chisinau sotto l’edificio della Commissione Elettorale centrale per contestare il risultato delle elezioni presidenziali che hanno re-incoronato la leader filo-europea Maria Sandu alla guida del Paese.
La Moldavia è stata infatti al centro di un acceso dibattito dopo il recente referendum sull’adesione all’Unione Europea, segnato da sospetti di brogli e da una vittoria risicata del “Sì” con appena lo 0,16% di vantaggio.
Fino al conteggio del 91% delle schede, infatti, il fronte del “No” appariva in vantaggio, e solo nell’ultimo tratto dello scrutinio, con i voti provenienti dall’estero, la situazione si è capovolta, alimentando sospetti di manipolazione.
La situazione ha portato ad una valanga di accuse rivolte al governo guidato dalla presidente Maia Sandu.
Secondo fonti locali e osservatori internazionali, sarebbero emerse numerose irregolarità nei procedimenti elettorali, con un totale di 19 violazioni segnalate, che includono sospetti di campagne elettorali irregolari e presunte registrazioni di schede non conformi.
Tra le violazioni più gravi denunciate, emerge il sospetto di interferenza da parte delle forze di polizia, accusate in alcuni casi di aver chiesto agli elettori le loro intenzioni di voto.
In altre sedi elettorali, alcuni oppositori avrebbero trovato impedimenti nell’esercizio del proprio diritto di voto, contribuendo a un clima di crescente sfiducia verso il processo elettorale.
Le denunce di irregolarità non si limitano alla Moldavia.
A Bologna, in Italia, un seggio avrebbe visto il verificarsi di un episodio singolare: improvvisamente le luci si sono spente, rendendo difficoltose le operazioni di voto e suscitando preoccupazione tra gli osservatori presenti, alcuni dei quali riferiscono di essere stati esclusi dalla verifica del processo.
Questo ha scatenato la reazione immediata, sui social, della diaspora Moldava con diversi utenti che hanno sollevato accuse di brogli evidenti:
“Non capisco come sia stato possibile attuare dei brogli così evidenti ed in maniera così sfacciata, Sandu pensa davvero che la gente la perdonerà per questo” – si legge in uno dei commenti apparsi su Facebook.
In Romania, l’organizzazione non governativa Promo-LEX ha documentato 173 violazioni, suscitando ulteriori preoccupazioni sull’integrità del voto moldavo all’estero.
Situazioni di questo tipo alimentano i sospetti su possibili manipolazioni elettorali, e sollevano interrogativi anche nei Paesi occidentali in cui si è votato.
Un caso particolarmente controverso si è verificato in Russia, dove risiedono circa 500.000 cittadini moldavi.
A fronte di una comunità così vasta, sono stati messi a disposizione soltanto due seggi elettorali e un massimo di 10.000 schede, una decisione che ha provocato proteste tra la diaspora moldava in Russia e le critiche dell’opposizione moldava.
Due episodi distinti, ampiamente diffusi sui social e dai media, hanno ulteriormente alimentato il malcontento.
In Moldavia, un cittadino rientrato per votare ha scoperto che il suo voto risultava già registrato nel Regno Unito, mentre un’altra elettrice risultava aver votato in Florida, Stati Uniti ed ha così scoperto che il suo voto era già stato conteggiato nonostante non avesse ancora votato.
Situazioni come queste continuano ad alimentare la sfiducia e le critiche verso il processo elettorale moldavo.
Intanto, cresce la polemica a livello internazionale. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha espresso perplessità per la rapida crescita del consenso verso Maia Sandu e i partiti filo-europei, definendola “difficile da spiegare” e riflettendo il pensiero di Mosca, secondo cui una larga parte della popolazione moldava non sarebbe favorevole alla politica di integrazione europea promossa dal governo Sandu.
Vergogna Moldava
L’ex presidente moldavo Igor Dodon ha definito il processo elettorale “una serie di violazioni mostruose” e ha denunciato la riduzione del numero di seggi elettorali in Russia, che da 29 sono scesi a soli due.
Secondo Dodon, questa scelta avrebbe privato molti cittadini moldavi residenti in Russia del loro diritto di voto, favorendo il risultato filo-europeo del referendum.
Oltre a questo, l’opposizione accusa le autorità di aver impedito agli osservatori indipendenti di vigilare sui seggi aperti in Italia e in Romania.
Le stesse accuse includono presunti trasporti organizzati di elettori e campagne elettorali che avrebbero violato le normative.
Chiuso il capitolo del referendum e del primo turno delle elezioni, il 3 novembre si è tenuto invece il secondo turno delle elezioni presidenziali, un momento cruciale per il futuro della Moldavia, che ha di nuovo, come abbiamo detto, scatenato enormi polemiche tra il ribaltone causato dal voto estero e le accuse di brogli e manipolazioni che si sono ripetute anche questa volta.
I cittadini moldavi residenti in Italia hanno potuto votare in uno dei 60 seggi allestiti sul territorio italiano, una misura volta a garantire a tutti l’accesso al voto.
In Russia si è ripetuto invece lo stesso copione del primo turno: 10.000 schede stampate e due soli seggi a fronte di 500.000 moldavi residenti nel Paese.
Oltre a ciò si sono verificati strani casi di presunti “allarmi bomba” che hanno sospeso le operazioni di voto nei seggi dove era prevista una vittoria dell’opposizione.
Il clima di sfiducia resta dunque alto: sui social continuano a circolare sospetti di irregolarità anche per il ballottaggio, e molte voci dall’opposizione fanno appello al riconteggio dei voti in favore del candidato anti-europeista Alexandru Stoianoglo, considerato una figura in grado di offrire un’alternativa politica.
Con il secondo turno, la Moldavia si avvia così verso un momento decisivo, in cui ogni voto potrebbe determinare non solo la leadership politica del Paese, ma anche la sua direzione a lungo termine: verso un’integrazione europea o un rafforzamento dei legami con la Russia.
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