Tenersi in forma è importante e non è certo un fatto estetico. E’ il messaggio del campione olimpico Jury Chechi che, in veste di autore, ha presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino il suo “Codice Jury”.
Il codice è quello della sua nuova mission nel diffondere la disciplina a corpo libero del calisthenics. Una disciplina che arriva dall’America e che l’ex campione olimpico pratica e insegna, anche ai nuovi tecnici, attraverso una apposita academy e tour per l’Italia. Una tecnica che utilizza solamente il peso corporeo come resistenza e non impone particolari privazioni. E’ questo il suo impegno per migliorare il benessere della collettività, ribadendo che non si tratta di un discorso solo fisico estetico e ricordando il dato allarmante riguardante la percentuale di bimbi obesi in Italia.
Nei suoi consigli si mixano tecniche sportive , alimentazione e respirazione, un fattore quest’ultimo a cui spesso non si da la giusta importanza, con esercizi che tutti possono compiere a seconda delle proprie possibilità, mettendoci costanza e volontà e divertendosi. Tutti coloro che avviano un percorso di questo tipo (che non punta a gonfiare dei muscoli) restano sorpresi dalle possibilità inespresse del proprio corpo e dal piacere fisico mentale che se ne riceve.
Nell’affollato incontro Jury, (i genitori lo chiamarono Jury in onore del cosmonauta Gagarin), che sorprese il mondo con quel bronzo olimpico agli anelli vinto ad Atene 2004 a 34 anni, ha svelato alcuni segreti della sua carriera con una naturalezza e semplicità disarmante.
Per esempio ricordando anche i momenti di difficoltà e di sfiducia che ebbe prima di ottenere quello strordinario bronzo olimpico in chiusura di carriera: “negli ultimi due mesi prima della partenza per ben due volte dopo un allenamento in cui le cose non andavano bene, non riuscivo a finire il mio programma e avevo dolori al braccio, tornai in albergo e feci la valigia dicendo: basta, ora rinuncio. Il mattino, dopo una notte tormentata, decisi di continuare e mi ritrovai su quel podio. Il motivo non lo so. E’ dentro di sé. Ognuno può trovare la motivazione per riaprire la valigia e riprovarci”.
In conclusione, l’atleta noto come “il signore degli anelli” per come dominò per oltre un decennio i vertici mondiali di questa disciplina, ha manifestato il suo dissenso per l’esclusione degli atleti russi dalle competizioni internazionali. Un fatto che certo non indebolisce Putin. Sottolineando come i villaggi olimpici siano straordinari punti d’incontro, in cui spariscono divergenze e dove atleti di Stati e religioni molto diverse si ritrovano in totale armonia.