di Bernardo Basilici Menini
Finisce la luna di miele del Partito Democratico con una netta sconfitta nelle grandi città. Il centrodestra rimane all’angolo e i protagonisti della vittoria sono il Movimento 5 Stelle e i candidati indipendenti, come Luigi De Magistris. Se a Roma e Napoli la sconfitta era ampiamente aspettata, al di là delle dichiarazioni, i risultati di Bologna e Milano danno un respiro di sollievo al partito di governo, che ha rischiato la debacle. Storica vittoria di Chiara Appendino, che a Torino chiude la parentesi di governo di centrosinistra dopo decenni.
Qui Roma. Virginia Raggi trionfa con il 67%, annichilendo il centrosinistra. La vittoria del Movimento 5 Stelle era scontata, al di là delle notizie dell’ultimo minuto. Il compito di Giachetti era limitare i danni, ben conscio della difficoltà della missione. Appena mezz’ora dopo l’inizio dello scrutinio ha ammesso la sconfitta. A Roma finisce quindi il tempo dei partiti tradizionali e inizia quello del Movimento 5 Stelle, chiamato a ricostruire la capitale distrutta dal rogo degli scandali.
Virginia Raggi ha commentato la storica vittoria: «Oggi hanno vinto i cittadini romani che mi hanno affidato questo compito. Ringrazio gli eletti e i candidati che hanno lavorato e lavoreranno con me. E’ un momento storico e fondamentale, segna una svolta: per la prima volta Roma ha un sindaco donna e questo cambiamento è epocale, e noi lo dobbiamo al Movimento 5 Stelle, a Beppe Grillo e a Gianroberto Casaleggio. Riporteremo la legalità e la trasparenza dentro le istituzioni. Con noi si apre una nuova era. Voglio mettere un punto su tutti i toni aspri e i vili attacchi che ho ricevuto: da domani si riparte e io mi auguro che tutte le forze politiche abbiamo il buon senso di aprire un dialogo onesto sui problemi e sulle soluzioni e di rimettere al centro l’interesse dei romani. Questo è il mio obbiettivo, e io sono pronta a governare».
«A me non interessa vincere le elezioni – dice Alessandro Di Battista– a me interessa risolvere i problemi dei cittadini romani vincendo le elezioni. Se dall’opposizione arriveranno proposte utili per i problemi di Roma le appoggeremo. Non siamo come Pd in Parlamento che respinge qualsiasi nostra proposta. Molti giornalisti non si sono comportati bene e noi dispiace, ma quando si attacca così tanto e spesso mentendo alla fine i cittadini non ci credono più». In ultima una parola su Marino «l’hanno fatto dimettere dal notaio».
Giachetti ha riconosciuto la sconfitta ben prima della conclusione dello scrutinio: «Mi pare evidente che ormai ci sarà un sindaco del 5Stelle che si chiama Virginia Raggi e noi faremo opposizione non preconcetta. La sfida era difficile e ci abbiamo provato. Abbiamo fatto comunque qualcosa di importante. Questa sconfitta mi appartiene: ho chiesto mani libere in tutta la campagna elettorale e le ho ottenute. Ringrazio il mio partito e i cittadini che mi hanno dato fiducia. Dalle sconfitte si deve ripartire e noi possiamo dare molto a questa città. Porteremo avanti le nostre idee per Roma dall’opposizione».
A Milano Sala passa con il 51%. Quella che è stata la compagna elettorale dai toni più equilibrati ha consegnato alla città la continuazione del governo di centrosinistra. Un testa a testa serrato, che ha indicato il sindaco al fotofinish. «Ho fatto i complimenti a Parisi in una campagna che per me è stata lunga –afferma Sala– Al di là di una giusta animosità abbiamo dato una lezione su un certo modo “milanese” di comportarsi che male non fa. Abbiamo una grande responsabilità e dobbiamo trovare il modo di rendere realtà ogni singola promessa. Milano deve avere tutto quello che abbiamo promesso. Ho fatto tante cose complesse nella mia vita, ma mai come in questo caso ho scoperto come sono importanti gli altri e per questo ringrazio tutti quelli che hanno lavorato con me e per questo voglio ringraziare tutti quelli che ci hanno creduto. Dimostriamo che possiamo portare a termine ogni singola promessa e che le periferie saranno le nostre ossessioni da domattina». Vittoria riconosciuta da Parisi, in un clima di reciproco rispetto che chiude la compagna elettorale con gli stessi toni con i quali è stata condotta.
Plebiscito De Magistris a Napoli, che conferma con piena fiducia il sindaco uscente, che chiude con un 67% malgrado l’affluenza preoccupante. De Magistris ha vinto prima contro il Pd, poi contro il centrodestra, riconfermandosi primo cittadino del capoluogo campano. «Il risultato è inequivocabile -dice il sindaco- Questa è una vittoria esclusiva dei mostri militanti e del nostro popolo, di tutte le persone che ci hanno creduto. Non abbiamo avuto travasi di voti dal Pd o dal 5 Stelle nel ballottaggio: è una vittoria solo nostra. Abbiamo vinto contro il candidato del Governo, contro il M5S, contro il centrodestra e contro la gran parte del mondo dell’informazione. Non è un voto di protesta. A Napoli ha vinto il voto della rivoluzione governando».
Il centrosinistra porta a casa Bologna, dove Merola ha chiuso al 55% contro il 45% del centrodestra, risultato opposto rispetto a Trieste, con Dipiazza vittorioso. A Cosenza il centrodestra vince con il 59% e un’affluenza record del 72%, a Crotone vittoria del centro con il 60%, a Salerno e Caserta (la secondo con affluenza al 36%) centrosinistra vittorioso (rispettivamente 63 e 70 percento), stesso risultato per Ravenna e Rimini. Latina alle liste civiche con il 75% e Savona alla destra. Varese al centrosinistra di un soffio, come Oblia. Novara va a destra con il 58%.