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giovedì, 5 Dicembre 2024

Tav, Toninelli: “Ridiscutiamo progetti”. Stop al cantiere Torino-Lione? La reazione di Chiamparino e del Pd

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Lo ha spiegato il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli, durante un question time alla Camera: il progetto del Treno Ad Alta Velocità verrà ridiscusso. Come avevano stabilito nel contratto di governo Lega e Cinque Stelle.
Quindi a rischio la realizzazione della Torino-Lione ed è possibile ora ipotizzare anche la chiusura dei cantieri aperti in Val di Susa.
Dice il ministro Toninelli rispondendo alla Camera: «Riguardo alla linea ad Alta Velocità Torino-Lione, riporto quanto sottoscritto nel contratto di Governo: ci impegniamo a ridiscutere integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. Ciò che è notorio – ha sottolineato Toninelli – è che su questa direttrice non si sia verificato il previsto incremento dei traffici di merci che era il presupposto fondamentale dell’opera, come ha recentemente confermato anche il Commissario di Governo».
Per il Terzo Valico dei Giovi, il ministro ha ribadito che si va verso «la linea già espressa: servono ulteriori valutazioni costi-benefici e deve essere chiaro che le opere devono essere condivise con le istituzioni locali e con i cittadini, dando ampio risalto alla trasparenza; i cittadini devono sentirsi tutelati dall’azione del Governo».
«La politica del confronto e la project review hanno già dato prova di rappresentare efficaci strumenti di programmazione e valutazione delle scelte strategiche sul tema delle infrastrutture, consentendo di perfezionare i progetti e realizzare risparmi importanti. Nel concludere confermo che le verifiche sono in corso e nelle prossime settimane potremo dare i primi responsi».
«Sul tema della realizzazione delle grandi opere ho avuto modo di esprimermi più volte in questi primi giorni del mio mandato. Ritengo infatti che la corretta definizione dei criteri di investimento in materia di infrastrutture costituisca un passaggio centrale nelle politiche di rilancio del sistema Paese. L’Italia per la sua collocazione geografica al centro del Mediterraneo rappresenta la naturale cerniera di collegamento per i traffici commerciali, in particolare dal quadrante sudorientale. Senza un’adeguata rete di trasporto non potremmo mai vedere riconosciuto il nostro naturale ruolo di leader di riferimento della logistica in Europa e nel Mediterraneo».
«I miei uffici sono già al lavoro sui singoli dossier per un’attenta analisi dei costi-benefici e per la valutazione della sostenibilità effettiva dal punto di vista economico, ambientale e sociale: occorre infatti ripensare agli orientamenti in termini di spese e risorse, così come di utilità per i cittadini e imprese, dando maggiore ascolto ai loro bisogni e alle esigenze del territorio e non incentrando le priorità sull’interesse esclusivo di chi realizzerà le opere».

Il Pd: “La Lega che dice?”

Immediata la reazione di esponenti del Partito Democratico: «Tav e Terzo Valico sono opere fondamentali, senza le quali l’Italia si condanna all’isolamento. Toninelli non fa presagire nulla di buono per il Paese» – dicono Raffaella Paita e Davide Gariglio.
«Ancora una volta – aggiungono i due deputati – il ministro è venuto in Aula a spiegarci la retorica dell’analisi dei costi-benefici e a dirci che dovrà riesaminare le diverse grandi opere per individuare quelle necessarie e buone per i cittadini e quelle cattive. Nel caso di Tav e Terzo Valico stiamo parlando di opere già iniziate e centrali per la modernizzazione del Paese e la competitività economica della portualità. Il Terzo Valico è un’occasione unica per Genova, la Liguria e il Piemonte. Grazie al nuovo collegamento con il Nord Italia e il resto d’Europa, il porto, la città e la Regione possono diventare la più grande base logistica del Mediterraneo. Mettere in discussione quest’opera è folle. La Lega non ha niente da dire in proposito?».
«È una follia sospendere la Tav. Basta con la decrescita felice propugnata da Di Maio, Toninelli e Castelli. Non hanno la minima idea di che cosa stanno parlando», è il pensiero di Giacomo Portas, dei Moderati, eletto alla Camera nel Pd.
Forza Italia promette battaglia sul tema, come afferma il capogruppo al Senato Anna Maria Bernini: «La mancanza di informazione del neo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, che ha fornito alla Camera dati superati e in qualche caso sbagliati sulla Tav Torino-Lione, sul Terzo valico e in genere sulle grandi opere, è davvero preoccupante. Toninelli, probabilmente vuol fare prevalere il pregiudizio e l’ideologia dei No a tutto rispetto alla reale necessità di infrastrutturare l’Italia che già sconta un insostenibile gap rispetto alle altre nazioni europee. Gap che frena lo sviluppo dell’economia, la crescita, l’occupazione, un gap che blocca la modernizzazione del paese. Forza Italia farà muro nelle commissioni e nelle aule parlamentari contro la pretesa infondata del M5S di bloccare le grandi opere con il pretesto di riverificare il rapporto costi-benefici che già è stato più volte esaminato e valutato dai precedenti governi. Ci aspettiamo che i colleghi della Lega facciano valere all’interno del governo le buone ragioni dello sviluppo e della crescita, nell’interesse dell’Italia e degli italiani».
Osvaldo Napoli, parlamentare FI attacca: «Il ministro Toninelli apre la bocca, vorrebbe parlare di infrastrutture, ma prende solo fiato perché parla di cose che ignora e non conosce. Citare il “contratto di governo” come la Bibbia è già di per sé qualcosa di ridicolo. Peggio vanno le cose quando Toninelli, per giustificare l’impegno del governo gialloverde di rivedere integralmente il contratto con la Francia sulla TAV, arriva a sostenere che su quella direttrice non c’è stato lo sviluppo previsto del traffico commerciale. Toninelli ignora due cose fondamentali: su quella direttrice il traffico su gomma ha mantenuto gli stessi flussi di dieci anni fa, al netto della flessione legata alla crisi economica globale di questo decennio; secondo punto, Toninelli ignora che la vecchia linea del Fréjus non è più in grado di sostenere i flussi standard di questi anni perché stiamo parlando di una linea costruita alla fine dell’Ottocento. Il governo gialloverde è libero nelle sue decisioni, e lo è a tal punto che può anche decidere di caricare sulle spalle dei contribuenti italiani i circa 2,8 miliardi di euro fra penali contrattuali e oneri per il ripristino dell’ambiente. Spiegherà poi il ministro Toninelli ai valligiani perché dovranno rassegnarsi a respirare monossido di carbonio per le migliaia di Tir che ogni attraversano il loro territorio».
Festeggia invece Francesca Frediani, capogruppo M5s in consiglio regionale «Il ministro ai trasporti Toninelli conferma quanto sappiamo da anni e cioè che sulla direttrice Torino-Lione non si è mai verificato il previsto incremento di traffico di merci che era il presupposto fondamentale per costruire l’opera».
“La risposta del ministro riporta a chiare lettere l’impegno dell’Italia a ridiscutere integralmente il progetto. Una affermazione forte che dopo anni di opposizione da parte del movimento No Tav trova finalmente una risposta istituzionale del governo italiano che per la prima volta mette in discussione il dogma dell’alta velocità in Val di Susa”. ”
«Siamo consapevoli – conclude Francesca Frediani – che le lobbies che hanno prosperato per anni intorno alla grande opera inutile faranno barricate per tenere in piedi il loro castello di carte ma ora è tempo di lavorare a testa bassa nel solo interesse degli italiani e di affrontare il tema con la dovuta serietà».

Più si aspetta in tunnel di base, più cala il traffico

«Non mi permetto certo di mettere in discussione il diritto-dovere del Governo di fare tutte le valutazioni che ritiene sulle singole grandi opere. Mi auguro però che le faccia su tutte, e non solo su quelle del Nord-Ovest, in particolare del Piemonte.
Mi permetto però di ricordare che proprio nella relazione del Commissario di Governo era scritto, nero su bianco, che la riduzione del traffico merci sulla direttrice Torino-Lyon è dovuta sia al fatto che nell’attuale tunnel passano solo treni che, per lunghezza e dimensione, sono sempre più marginali nel trasporto merci, sia alla rilevante questione di sicurezza che riguarda l’attuale tunnel: come si vede dalla foto inclusa nella relazione del Commissario di Governo (in allegato), le vie di fuga sono a distanza di 7 km l’una dall’altra, e mancano anche gli impianti di aerazione.
E’ evidente quindi che più si aspetta a realizzare il nuovo passaggio di base più diminuiranno le merci e le persone, fino a quando si chiuderà completamente il traffico su rotaia verso la Francia, in favore di quello ben più inquinante e pericoloso su gomma, che correrà in Piemonte e in Liguria lungo le autostrade». Così, in una nota, il presidente del Piemonte, Sergio Chiamparino, commenta le parole del ministro delle Infrastrutture.

 
 
 
 

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