I presidenti della Giunta e del Consiglio Regionale Piemonte, Alberto Cirio e Stefano Allasia, hanno espresso solidarietà al segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria Aldo Di Giacomo che ha ricevuto intimidazioni e una lettera contenente due proiettili con un messaggio di minacce dirette a lui e alla famiglia. Di Giacomo è stato invitato in Regione.
Il segretario del S.PP. ha ringraziato i massimi esponenti dell’istituzione regionale del Piemonte e accettando l’invito ha annunciato che nella prosecuzione del tour tra le carceri italiane sarà presto in Piemonte per incontrarli e visitare gli istituti penitenziari della regione.
«È evidente – spiega Di Giacomo – l’intimidazione rivolta al mio operato da segretario di uno dei Sindacati di Polizia Penitenziaria, che a differenza degli altri, da anni conduce una battaglia senza alcun tentennamento, per denunciare che la criminalità organizzata – dai clan mafiosi, di ‘ndrangheta, camorra agli ultimi arrivati della mafia nigeriana – controlla gran parte delle nostre carceri e vede la “resa incondizionata” dello Stato».
«La nostra opposizione netta ad ogni ipotesi di revisione del 41 bis – agiggune – La nostra campagna di mobilitazione popolare ha sempre saldato i problemi del sistema penitenziario con quelli della più complessiva sicurezza dei cittadini che ritengono intollerabile ritrovare fuori dal carcere criminali che si sono macchiati di atroci delitti, in tanti casi “in permesso premio”».
«Il sistema carcerario piemontese, pur con alcune specificità – sostiene Di Giacomo– rispecchia la situazione generale di tutti gli istituti del Paese, a partire dal sovraffollamento. Solo a Torino sono detenuti almeno 400 in più della capienza. La Polizia Penitenziaria ha una carenza d’organico media del 20%, con punte che sfiorano il 27% ; la vetustà degli istituti con tre delle 14 carceri piemontesi (Alessandria Don Soria, Fossano e Verbania) che risalgono agli anni tra il 700 e l’800; con percentuali di extracomunitari e tossicodipendenti che mediamente rappresentano poco meno del 40%».
Continua Di Giacomo: «Tra i progetti di nuova edilizia penitenziaria seguiamo con interesse a Torino il potenziamento dell’Articolazione psichiatrica, l’eliminazione dei bagni a vista nelle celle di osservazione psichiatrica, il rifacimento dei tetti e la realizzazione di una Casa famiglia protetta per le mamme detenute con bambini. Come abbiamo mostrato nel primo tavolo tecnico al Ministero alla Salute al quale abbiamo presentato il nostro “Dossier Salute in Carcere” siamo particolarmente attenti alle condizioni sanitarie di detenuti e personale. È il caso di ricordare che nella casa di reclusione “Giuseppe Montalto” di Alba, è in programma la ristrutturazione del padiglione principale, chiuso dal gennaio 2016 per un’epidemia di legionella».
«L’anno che si è concluso da poco passerà come l’annus horribilis per il sistema penitenziario italiano: dal numero crescente di aggressioni ad agenti, rivolte di detenuti, rinvenimento di telefonini, droga, fughe dal carcere e detenuti in permesso premio che hanno aggredito, rapinato e purtroppo anche ucciso, suicidi di detenuti e di personale penitenziario. Ma – conclude Di Giacomo – anche il 2020 non promette nessuna novità positiva. Per questo ritengo particolarmente importante l’attenzione testimoniata dai Presidenti di Giunta e Consiglio del Piemonte nei miei confronti e con me di tutto il personale penitenziario».