Per Sergio Chiamparino Altaforte deve essere presente al Salone del Libro. Interviene così il presidente della Regione Piemonte sulla polemica che riguarda la casa editrice sovranista, balzata agli onori della cronaca per aver pubblicato il libro del vicepremier Matteo Salvini, che avrà uno stand al Salone che si inaugura giovedì.
Chiamparino rinvia ad altre sedi istituzionali la discussione di un possibile ritorno del fascismo in Italia: «Da tempo ci troviamo davanti – dice – ad aperte apologie del fascismo e manifestazione politiche, penso a Casa Pound o Forza Nuova, che esplicitamente fanno riferimento al nazismo e al fascismo. Il mio invito è che è tempo che su questi fenomeni le autorità preposte valutino se ci sono gli estremi di appellarsi alla Costituzione che vieta la rifondazione del partito fascista. In assenza di questo, al di là dei miei giudizi personali, cioè che non gradisco la presenza di quella casa editrice al Salone del Libro, altro conto è impedirle di esercitare un suo diritto».
Ma intanto il mondo intellettuale si divide tra chi parteciperà e chi no al Salone. E mentre Christian Raimo, che nei giorni scorsi si era dimesso dal direttivo, annuncia che sarà presente al Salone «non più da consulente, ma ancora da autore, lettore e cittadino. Il programma che Nicola Lagioia e il comitato editoriale ha messo su per quest’anno (anche io ho dato una piccola mano) è straordinario, anche da un punto di vista della qualità del dibattito intorno alla politica e alla democrazia. Andrò al Salone perché è un luogo prezioso, perché è ancora più cosmopolita e internazionale, con una lingua ospite invece di un paese ospite. Perché voglio ascoltare i genitori di Giulio Regeni, l’incontro con Wole Soyinka, la lettura che farà Fabrizio Gifuni di Cortazar e Bolaño, l’incontro su fascismo e antifascismo con David Bidussa, Mimmo Franzinelli e altri, l’incontro la vincitrice del National Book Award Martha Gessen, l’incontro di commemorazione su Primo Levi, e molte altre cose che verranno».
Invece mentre nelle scorse ore il collettivo Wu Ming aveva annunciato l’intenzione di disertare il Salone oggi anche la presidente dell’Anpi nazionale Carla Nespolo ha annullato la sua presenza fissata per il 10 maggio alla presentazione di un libro su Tina Anselmi: «Per l’intollerabile presenza al Salone della casa editrice Altaforte che pubblica volumi elogiativi del fascimo oltrechè la rivista Primato nazionale, vicina a CasaPound e denigratrice della Resistenza e dell’Anpi stessa».
Altri scrittori invece non faranno marcia indietro e saranno a Torino. Tra questi Michela Murgia che propone letture antifasciste nei suoi eventi: «Se Casa Pound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio. E non lo faccio perché da sempre preferisco abitare la contraddizione piuttosto che eluderla fingendo di essere altrove. Per questa ragione al Salone del libro di Torino io ci andrò e ci andranno come me molti altri e altre. Lo faremo non “nonostante” la presenza di case editrici di matrice dichiaratamente neofascista, ma proprio “a motivo” della loro presenza. Siamo convinti che i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano».