0.7 C
Torino
martedì, 10 Dicembre 2024

Saldi al via, spesa media di 240 euro. Ma Confesercenti lancia l’allarme: “Modello che funziona sempre meno”

Più letti

Nuova Società - sponsor
Giulia Zanotti
Giulia Zanotti
Giornalista dal 2012, muove i suoi primi passi nel mondo dell'informazione all'interno della redazione di Nuova Società. Laureata in Culture Moderne Comparate, con una tesi sul New Journalism americano. Direttore responsabile di Nuova Società dal 2020.

Inizieranno sabato i saldi di fine stagione per l’estate 2019 a Torino e in Piemonte. Secondo i dati diffusi da Confesercenti almeno 8 torinesi su 10 approfitteranno delle svendite e si pensa a un budget di circa 240 euro a testa.

Mentre i commercianti sperano che servano a salvare una stagione per ora negativa: nei primi cinque mesi del 2019, anche a causa del meteo imprevedibile, i consumi di abbigliamento hanno segnato una flessione di un ulteriore 1,3%. Calo che sia aggiunge a quello del 2018, dove la spesa media in abbigliamento è scesa dello 0,7 per cento.

Gli sconti praticati saranno da subito piuttosto elevati: 30-40%. Ma in diversi casi si partirà già col “metà prezzo”. Ma soprattutto ci sono molti negozi che già nelle scorse settimane sono già partiti con offerte e promozioni.

«Ovviamente – commenta Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti l’auspicio è che le speranze dei nostri operatori si realizzino. Il vero problema, però, è quello di ripensare alle modalità e ai tempi dei saldi: così come sono concepiti funzionano sempre di meno. Il progressivo restringimento dei consumi nel settore abbigliamento ha dato il via a una sfida a colpi di promozioni sempre più aggressive, prolungate e frequenti mirate al mantenimento dei volumi di vendita».

«Ai momenti tradizionali di sconto come i saldi, che sono legati al ciclo di rinnovamento dei magazzini dei negozi, si sono infatti aggiunte anche occasioni promozionali ad hoc, online e reali. Il risultato è una pressione promozionale ormai fuori controllo. Continuando di questo passo, la quota di prodotti venduti in sconto arriverà già quest’anno al 50%: quasi 700 euro a famiglia di acquisti in promozione, livello che consacra l’Italia come il Paese europeo col maggior peso delle vendite promozionali. Non era questo lo spirito originario dei saldi».

Insomma, una concorrenza sempre più spietata non aiuta il commercio. Così come il pullulare di offerte online: «C’è da fare chiarezza – conclude Banchieri – sulla babele della scontistica. Ormai è un’Italia in saldo: tra pre-saldi, promozioni continue e giornate online come BlackFriday (estivi ed invernali), Prime Day e Cybermonday vari, si è generato un circolo vizioso dannoso per le imprese ma anche per i clienti, che trovano sempre più difficile orientarsi e distinguere tra le offerte reali, come quelle dei saldi, e le promozioni fasulle. Bisogna mettere un freno a questa deriva».

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano