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venerdì, 6 Dicembre 2024

Sabato presidio antifascista all'ex Moi. Torino come Roma: c'è chi sui profughi prende voti e chi denaro

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Non si è fatta attendere la risposta dei collettivi antifascisti, come era accaduto alcune settimane fa in via Artom alla notizia di una fiaccolata contro il cosiddetto degrado del quartiere che vedeva gli organizzatori del quartiere il gruppo di estrema destra Forza Nuova. E così per sabato 13 è stato indetto, alle 16.30 un presidio antifascista all’ex Moi. «Respingiamo i razzisti» è l’appello lanciato per opporsi al corteo che partirà alle 17.30 da piazza Galimberti indetto da un fantomatico comitato “Lingotto è Italia”, a cui parteciperà come annunciato il consigliere comunale e regionale di Fratelli d’Italia, ex Fuan, Maurizio Marrone, tra i sostenitori dell’occupazione abitativa di destra “Osa”, nel quartiere Lingotto. «Riteniamo assolutamente inaccettabile che i soliti noti cerchino di fomentare razzismo e guerra fra poveri per avere un po’ di pubblicità e risalto, magari cercando di raccattare qualche voto», scrivono gli organizzatori del presidio antifascista.
«Qualcuno vuole farci credere che i problemi delle persone siano dovuti a rom e migranti – continuano – la storia di “Mafia Capitale” ha bucato quella cortina d’ipocrisia che vede i fascisti prima agitare lo spauracchio dell’immigrato salvo poi lucrare sulla pelle delle persone per incassare soldi e coltivare rapporti di tipo clientelare». Il corteo del comitato, il cui logo svela non troppo velatamente la vera natura ideologica, è pubblicizzato con dei manifesti che recitano: «Basta spaccio, furti, arroganza, accattonaggio, degrado. Corteo per ordine e sicurezza al Moi, contro l’occupazione delle palazzine olimpiche».
Va ricordato che in questo momento le strutture che ospitarono il villaggio degli atleti nel 2006 e che era stato completamente abbandonato, è diventato il tetto sotto cui vivono i profughi dell’”Emergenza Nord-Africa” che a fine del periodo vennero dimenticati dalle istituzioni che all’inizio avevano offerto loro una sorta di accoglienza. In effetti anche a Torino, molte associazioni hanno approfittato con un ritorno economico dei profughi. Un aspetto che andrebbe forse analizzato, visto soprattutto quanto accaduto a Roma.

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