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venerdì, 15 Novembre 2024

Rain Hachenberg, il blogger sovranista

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Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

È un blogger, fa ironia pungente su internet, partendo dai contenuti, soprattutto politici. Ce ne sono tanti? Certo, tantissimi. Ma questa volta è diverso perché lui è uno che ha posizioni cosiddette sovraniste.
Già, a sinistra ne troviamo davvero molti, ma questo è un caso più unico che raro: a Rain Hachenberg piace Matteo Salvini e CasaPound, usa l’ironia contro “buonisti”, “radical chic” e “sinistroidi”.
In realtà è già da molto che si diletta in video spiritosi (con dei contenuti), ma la “fama” lo sta travolgendo da pochi mesi, quando un video in cui prendeva in giro le “magliette rosse” nel centro di Torino ha spopolato sul web e, come si dice in gergo, ha creato la sua “community”.
È giovane, ha 22 anni, è della Provincia di Cuneo, fa l’operaio. Un curriculum normalissimo, come tanti giovani. Scopriamo cosa ha da raccontarci, perché lo fa, come ha iniziato e cosa farà.
Partiamo con una domanda banalissima e libera: chi è Rain fuori dal web?
“Rain” non è nulla più che l’abbreviazione di Rainer Hachenberg, molti pensano sia uno pseudonimo per farmi passare da intellettuale “estero”, ma la realtà è ben diversa.
Sono un ragazzo del 1996, nato e cresciuto a Bra in provincia di Cuneo da una famiglia umile e ristretta, per l’appunto il mio nome proviene da parenti lontani mai conosciuti. Non ho alle spalle grossi studi, ho avuto un percorso scolastico piuttosto travagliato, passando dalla meccatronica e automazione industriale all’idraulica e artigianato, nonostante ciò ho arricchito le mie competenze lavorative sul campo abbandonando definitivamente la scuola a 19 anni. Attualmente lavoro come manutentore/supervisore in un colosso dell’industria dolciaria italiana.
Nei suoi post ironici spicca tanta politica. Fa politica? È militante di qualche movimento/partito o è uno “spirito libero”?
L’idea di diventare un personaggio politico è molto ambiziosa, ma ancora lontana. Non è una decisione da prendere di punto in bianco, ritengo debba esserci una certa formazione alle spalle ed una certa esperienza che, a Dio piacendo, potrei un giorno acquisire. Attualmente non milito in alcun partito, non certo perché non provi interesse verso la politica, anzi! Ma per la semplice responsabilità che dovrei avere a riguardo, e son ben disposto a prendermela, quando sarò certo e pronto di cosa mi attenderà.
L’impulsività può portare decisioni “acerbe” o poco opportune, e se far politica significa rappresentare centinaia, migliaia, milioni di persone allora è meglio riflettere e analizzare. Non è una battaglia di slogan, si parla del bene di un popolo, il nostro.
Quando ha iniziato a fare il “blogger” e cosa l’ha spinto?
Diversi anni fa, quando mi resi conto che non c’era nulla di più conforme dell’atteggiarsi in maniera ipocritamente non-conforme, denaturalizzandone il concetto stesso e gettando via la propria identità per seguire uno stile di vita non facente parte della propria, i finti ribelli insomma.
Cominciai a scrivere post ogni giorno sul mio profilo personale riguardo le questioni più disparate, senza pregiudizi a priori, solo saper variare inseguendo la realtà. Cosa che oggi sembra impossibile: essere non ideologizzati riconoscendo i fatti.
La mia strada sui social progredì aggiungendo video e contenuti tragicomici andando via via a sfociare nella politica, un mondo che per me era ancora inesplorato; non ho avuto influenze esterne, è un percorso personale che ho arricchito con la voglia di apprendere e dibattere.
Ha avuto problemi per la sua visione politica e per il fatto che si è esposto?
Gli stessi problemi che ho superato io son gli stessi che vengono affrontati da migliaia di persone ogni giorno. Così come gli studenti nelle scuole non ricevono sempre una posizione neutrale, anche nel lavoro dove si richiede maggiore interazione con le persone (come nel giornalismo) ci possono essere dei vincoli strettamente ideologici; questo è senz’altro un male che ogni persona con onestà intellettuale deve riconoscere.
Nel momento in cui mi espongo sono responsabile delle mie parole, del mio contenuto, se così non fosse sarebbe tutto inutile. Quindi meglio ricevere “pomodori in faccia” piuttosto che rinunciare alla mia libertà di parola, perché se avrò torto sarò il primo a correggermi per non sbagliare più. Non è forse questo il buonsenso?
Cosa vuol dire con i suoi post al popolo della sinistra?
Voglio creare una presa di coscienza collettiva, ci sono avvenimenti che non possono essere distorti e manipolati per far funzionare i propri meccanismi. Vorrei citare una mia frase che calza a pennello: “Il sano quando vede che la sua idea non coincide con la realtà, cerca di adattare la sua idea evolvendola. L’insano cerca di adattare la realtà.”
Da queste parole si evince l’umiltà di chi accetta i fatti, ed è appunto la presa di coscienza che attualmente sta mancando al popolo della sinistra, al giornalismo di sinistra, alle battaglie della sinistra.
E al popolo “sovranista”?
Con i miei contenuti faccio in modo di non lasciarli soli, che i loro pensieri non siano solo sensazioni da reprimere ma parole da urlare. La mia voce è la loro voce, chi desidera uno stato sovrano è messo al muro con le mani al collo da chi ipocritamente blatera di “democrazia”. Questo non è giusto per nessuno, ecco perché invito chiunque abbia possibilità di parlare di farlo.
Progetti in cantiere?
Ambisco a raggiungere un’eccellente padronanza del linguaggio per potermi esporre in modo sempre più professionale ed eventualmente entrare in politica, quindi al tempo stesso anche sviluppare le mie conoscenze in questi campi. Ovviamente prendendomi certe responsabilità si arriverebbe a collaborare con giornali, blogger, televisioni e via dicendo, quindi un progetto che comprende numerosi sub-progetti.
Guardi che se continua ad acquisire popolarità, prima o poi qualcuno le chiederà di candidarti. Lo farebbe?
Presumo di sì, si tratterebbe di una grossa soddisfazione personale senz’ombra di dubbio; ma ancora più importante sarebbe il poter mettere in pratica tutto ciò che da oggi a quel giorno apprenderò. Ovviamente dipende anche da numerosi fattori esterni alla politica e se potrò concedermi questo percorso ambizioso e responsabile.
La domanda finale è quindi automatica: con chi si candiderebbe quindi?
Ora come ora trovo molto illuminante la posizione di CasaPound Italia, assieme alla Lega sono i due partiti che più rispecchiano la mia mente seppur non al 100%. Ho apprezzato molto la ventata d’aria fresca portata da Matteo Salvini, sta letteralmente rivoluzionando il modo di far politica e ciò è ammirevole, ma in fatto di sostanza nutro ancora parecchi dubbi sull’insieme del partito, come ho detto prima: non è una battaglia di slogan, vorrei capire quanto “sovranismo” è presente nella Lega. Riguardo CasaPound Italia non ho dubbi, la determinazione è un loro standard. La vicinanza al popolo la si vede nelle loro azioni quotidiane pre, durante e post elezioni. La posizione sovranista non è messa neanche in discussione, e questa è una garanzia.

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