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giovedì, 5 Dicembre 2024

Quando cambiare le candele dell’auto

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Anche se la tecnologia dei motori ha ormai raggiunto stadi evolutivi impensabili fino a solo 10 anni fa, includendo finalmente la possibilità di accedere con facilità a fonti di alimentazione alternative rispetto alla benzina, le candele rimangono un elemento imprescindibile del dispositivo tecnologico di un motore a scoppio. Infatti, che si tratti di un sistema classico o a iniezione, la candela rappresenta in ogni caso l’innesco ideale del processo di combustione interna del motore. Solo le auto elettriche, grazie a un analogo sviluppo tecnologico, potranno superare gli standard di efficienza di questo dispositivo, ma a quanto pare serviranno ancora generazioni di esperimenti e prototipi prima di arrivare al medesimo livello.
Di concerto con il resto della componentistica, anche le candele hanno subito un’evoluzione tecnologica che le ha rese, modello dopo modello, più efficienti, durature e performanti. Ad esempio, l’introduzione dell’iridio come materiale costitutivo degli elettrodi ha consentito di realizzare inneschi sempre più sottili, capaci di convogliare le cariche elettriche della scintilla in tutta la loro potenza, evitando così dispersioni di energia elettrica. In questo modo, l’usura e la sporcizia delle candele si riducono notevolmente, e anche gli altri componenti del dispositivo risentono in maniera positiva di questa “pulizia” funzionale.
Ma progressi dell’ingegneria meccanica a parte, le candele rimangono una delle parti più usurabili dell’auto, sottoposta com’è a una serie di “aggressioni” da parte di elementi ad alto coefficiente di logoramento. Parliamo del calore del motore, delle sostanze che lo attraversano (olio e benzina in particolare), dei residui che si depositano sulla sua superficie, delle continue sollecitazioni e ovviamente della stessa elettricità che ne percorre gli elettrodi. Questo significa che il ricambio delle candele è un’operazione da effettuare con molta più frequenza di quanto normalmente si pensi. Lo dimostrano i dati di vendita di hub commerciali specializzati in pezzi di ricambio, come il negozio online topautoricambi.it, che vedono costantemente le candele tra i prodotti più venduti del loro catalogo. Inoltre, anche se a seguito di un intervento di manutenzione ordinaria la sostituzione non si rivelasse necessaria, un controllo periodico del livello di usura, accompagnato da un’accurata pulitura, è una prassi da svolgere periodicamente e in maniera scupolosa.
Ricordiamo che un cattivo funzionamento delle candele può avere delle ricadute ad ampio spettro sul funzionamento dell’intero motore. In genere, dalle candele sporche, usurate o malfunzionanti scaturiscono problemi inerenti le prestazioni del veicolo (che risultano ridotte), il consumo di carburante (che aumenta) e le emissioni inquinanti (che diventano maggiori). Tutto ciò, sul lungo periodo, può compromette le aspettative di vita del motore, che viene sottoposto a uno stress eccessivo e si logora più rapidamente.
Le avvisaglie di un cattivo funzionamento delle candele possono essere di vario tipo. Dal minimo oscillante e incostante alle classiche problematiche di avvio (quando si gira la chiave di accensione il motore accusa alcuni colpi a vuoto prima di partire), da un’accelerazione faticosa (il motore fa fatica ad aumentare i giri) a un aumento sensibile dei consumi a dispetto di un utilizzo del mezzo conforme agli standard abituali dell’automobilista. Altri sintomi, come dei ripetuti sussulti dell’auto durante la marcia, sono ulteriormente indicativi di qualcosa che non va nell’innesco del motore, e che probabilmente è giunto il momento di cambiare le candele. Queste ultime, in media, devono essere sostituite ogni 50.000, massimo 60.000 chilometri.

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