Da attivisti a spie industriali. Il passo non è certo breve ed è al dir poco surreale ma è quanto traspare dalle parole del pubblico ministero Manuela Pedrotta durante uno dei tanti processi contro i No Tav.
Questa volta sul banco degli imputati ci sono una ventina di attivisti che il 24 agosto 2012 avrebbero manifestato alla Geovalsusa, un’azienda coinvolta nei lavori per la linea ad alta velocità Torino-Lione.
Secondo il pubblico ministero i No Tav non si sarebbero limitati a fare irruzione negli uffici della ditta, ma avrebbero addirittura installato di nascosto un software per controllare da altri luoghi, in accesso remoto, la posta e tutti i contenuti del computer dell’azienda.
A questo proposito è stato ascoltato anche un perito informatico, che la Procura ha voluto citare trai testimoni. Sempre secondo l’accusa “l’accesso remoto” sarebbe stato attivato dopo l’irruzione.