C’è anche chi le chiede se evita di pestare le formiche. “Ci starò attenta”ha risposto basita la Meloni al direttore dell’agenzia Vista Alexander Jakhnagiev.
Tante domande sul rapporto con Musk e sui presunti pre accordi su SpaceX per fornire servizi di telecomunicazione all’Italia, gli apprezzamenti per la liberazione della giornalista Cecilia Sala, i cenni polemici dei giornalisti sulle rare opportunità di poter interloquire con la leader, (evidente che le sue conferenze stampa siano molto inferiori rispetto ai suoi predecessori).
E’ la conferenza stampa in cui una radiosa Giorgia Meloni, in giacca chiara, si è sottoposta per due ore e trenta al fuoco di fila di domande dei giornalisti, accreditati nell’aula dei gruppi parlamentari alla Camera, non citando mai l’Europa nel suo fervore trumpiano.
“Non prevedo disimpegno in Ucraina” Per la Meloni “se oggi si parla di pace è perché la Russia si è impantanata grazie al coraggio del popolo ucraino e del sostegno occidentale”, sottolineando come la Russia in passato abbia violato accordi sottoscritti, precisando come “senza garanzie di sicurezza non possiamo avere certezze gli accordi con Trump e non ritengo che quanto accaduto nel 2022 non accada di nuovo”.
Sulle minacce di annessione rivolte da Trump alla Groenlandia (che fa parte dell’Europa) per la Meloni non sussistono motivi di preoccupazione per un’invasione con la forza di paesi limitrofi e si tratterebbe di affermazioni, per la difesa della sicurezza, rivolti come monito alle grandi potenze per ribadire che “non resteranno a guardare”. Insomma i consueti toni forti trumpiani..
Questo preannunciando una più che probabile sua partecipazione il 20 gennaio all’insediamento del 47° presidente degli Stati Uniti.
Nel corso dell’incontro è stata comunicata la nomina del prefetto Vittorio Rizzi a capo del coordinamento servizi segreti (Dis), dopo le poco chiare dimissioni dell’autorevole ed esperta diplomatica Eisabetta Belloni che, secondo la presidente del consiglio, sarebbe stata oggetto di false ricostruzioni sulla stampa.
Sui i rapporti con Elon Musk si sono concentrati gran parte dei quesiti.
Per il capo del governo Musk non è un pericolo per la democrazia: “definirlo pericoloso mi sembra eccessivo”, mentre per le ingerenze politiche straniere (animate da continui espliciti interventi e messaggi tramite la piattaforma X fondata da Musk nel 2023) ritiene che il quadro fosse peggiore in precedenza , nel silenzio generale. Questo citando il ruolo negativo del 94enne filantropo banchiere ungherese George Soros, di famiglia ebrea, da sempre nel mirino di destre e complottisti
Insomma per la Meloni l’uomo che ha sostenuto a suon di montagne di dollari l’elezione di un presidente degli Stati Uniti, con un potere economico strategico mediatico mai visto, che sta sconvolgendo il mondo, con quotidiane ingerenze politiche e anche attacchi personali (come ha ricordato il giornalista del Times di Londra), per cercare di abbattere il governo di sinistra di Keir Starmer e facendo il tifo per gli estremisti di AFD in Germania, (tanto che Macron lo ha definito sostenitore di un internazionale reazionaria), non è una figura preoccupante per la democrazia, ma un soggetto che assicura maggiore libertà di espressione.
A tal proposito c’è chi ha ricordato la posizione Stave Bannon, che da ex stratega dello staff di Trump, ha definito il padrone di SpaceX come una persona malvagia e pericolosa.
La presidente del consiglio ha auspicato di arrivare entro le prossime elezioni alla riforma del premierato. Una riforma quanto mai criticata dalle opposizioni.
Rispetto alla strenua difesa di Musk appare meno convinta la posizione sulla ministra del turismo Daniela Santanché e sulle sue possibili dimissioni in caso di rinvio a giudizio.
Ai decantati successi occupazionali è stato ricordato la carenza di politiche industriali e la diffusa precarietà che si aggiunge a tanti che non cercano più un lavoro.
“Ha dimenticato gli italiani, troppo impegnata nella difesa d’ufficio e nell’interpretazione autentica del Trump e Musk pensiero” è stato il commento di Elly Schlein. Ricordando le partite aperte e le crescenti difficoltà su sanità, pensioni, bollette, salario minimo negato, e trasporti pubblici”.