«C’è stato un equivoco di fondo per molti, avere confuso questo pensionamento con un funerale. Non lo è, così come non è un obbligo parlare bene del morto…», con una battuta Marcello Maddalena, procuratore generale di Torino, da dicembre in pensione, ha voluto salutare giornalisti e colleghi. Durante la cerimonia organizzata al Palazzo di Giustizia “Bruno Caccia” in suo onore il procuratore capo Armando Spataro ha sottolineato che «Marcello Maddalena è stato una guida, una mente libera. Questa è la dote migliore che si possa riconoscere a un magistrato».
«Questo è un saluto particolare, che mi emoziona – ha aggiunto Spataro – Negli anni di piombo, lo incontrai insieme ad altri magistrati a Torino, fu la prima volta. E subito capii che si trattava di una persona in grado di dedicare la stessa energia ad ogni tipo di processo, al di là della loro importanza. Perché, in fondo, è il lavoro quotidiano a qualificare un magistrato».
Quasi 50 anni di carriera, ad ottobre compierà 75 anni. Dal 2009 procuratore generale per la Corte D’Appello di Torino. Prima, otto anni a capo della Procura.
Telecom Italia-Telekom Serbia, Calciopoli, tangenti Fiat e movimento No Tav: sono solo alcune delle inchieste condotte dal magistrato. Tanti presenti, tanti applausi. Ma come ripete Maddalena «questo non è un funerale».