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martedì, 4 Febbraio 2025

Leopolda: non andare per farsi notare. E per fiutare l’aria

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Rosanna Caraci
Rosanna Caraci
Giornalista. Si affaccia alla professione nel ’90 nell’emittenza locale e ci resta per quasi vent’anni, segue la cronaca e la politica che presto diventa la sua passione. Prima collaboratrice del deputato Raffaele Costa, poi dell’on. Umberto D’Ottavio. Scrive romanzi, uno dei quali “La Fame di Bianca Neve”.

«Mi si nota di più se vado, se non vado, o se vado e me ne sto in disparte?». Se lo domandava un annoiato Nanni Moretti, indeciso se andare o non andare a una festa, e quale potesse essere il risultato migliore, in un caso o nell’altro.

Alla vigilia della Leopolda sembrano essere in molti i “capataz” Pd che, predicandosi incerti se stare di qua o passare di là, scelgono di stare in disparte ad ascoltare l’appuntamento di Firenze, come un match decisivo da origliare dalla radiolina dello sport domenicale. In attesa di capire cos’è Italia Viva, oltre a una creazione di Matteo Renzi.

Stesso interesse da parte opposta: il centrodestra osserva la nuova creatura ancora informe, cercando di capire dove e quanto potrà andare a fare competizione sul prato verde del popolo moderato centrista cauto. Davide Ricca, anima torinese di Italia Viva, a Firenze arriverà già venerdì, per la decima edizione della Leopolda che quest’anno sarà il momento fondativo di un partito politico. «Non mi interessa chi viene o chi non viene del Partito democratico – dice Ricca – e comunque a Firenze saremo in ventimila, almeno mille dal Piemonte».

Ma cos’è Italia Viva? «La casa dei riformisti» risponde Ricca, ma una casa deve avere muri e tetto, e degli abitanti, altrimenti i più tradizionali della politica, fanno fatica a immaginare cosa sia Italia Viva nel suo concreto. I comitati ci sono, certo, ma sono on line e nulla è più liquido della rete; oppure sembrano più far riferimento a persone senza però sedi fisiche dove queste si possano incontrare.

Non c’è un organigramma, e a chi è meno giovane viene a mente l’esperimento tutto in salsa forzista dei Circoli della Libertà che Michela Brambilla creò dal nulla, con la benedizione di Silvio Berlusconi.  Poi quando il patron di Forza Italia perse l’interesse, i Circoli tornarono nel limbo dal quale del resto mai erano usciti.

«Non so come fossero organizzati i circoli della Brambilla e non mi interessa – ironizza Ricca – . Ciò che so è che qui ci sono persone vere. La Leopolda servirà a unirci. Ad avere da Matteo Renzi la linea sulla quale costituirci: avremo la “carta dei valori”, quello che sarà il nostro Statuto; allora potremo lavorare su un organizzazione territoriale. Ancora qualche giorno e tutto sarà definito».

Dopo la Leopolda, si costituiranno i gruppi consiliari laddove formatisi. Anche il tesseramento partirà dalla Leopolda.

Si immagina un partito “leggero”, con coordinamenti territoriali non monocratici. «Mi sono iscritto nel Pd nel 2012, dopo le primarie, quando Renzi invitò a farlo. Ora è giunto il tempo di una strada nuova che conduca finalmente a casa, una casa nostra, tutta da costruire, sarà quella che stilizzata ci accoglierà sul palco a Firenze, e che rappresenta il nostro obiettivo», conclude Davide Ricca.

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