Il recente accordo sullo smart working firmato dal Comune di Roma rappresenta un passo significativo verso la modernizzazione delle modalità lavorative e la gestione sostenibile delle risorse urbane. E’ un accordo che permette ai lavoratori comunali di lavorare da remoto fino a tre giorni a settimana, con la possibilità di estendere a cinque giorni in casi straordinari, ed è un esempio di come le amministrazioni locali possano adottare soluzioni innovative per affrontare le sfide contemporanee. La sua adozione in tutti i comuni italiani, specialmente a Torino e nella Pianura Padana, porterebbe benefici significativi, soprattutto nei mesi compresi tra ottobre e aprile, quando l’inquinamento atmosferico raggiunge livelli critici.
Uno dei principali vantaggi dello smart working è la riduzione del traffico urbano e, di conseguenza, delle emissioni di gas serra. Nelle grandi città come Roma, Torino e nelle aree densamente popolate della Pianura Padana, il traffico veicolare è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico. Durante i mesi invernali, le condizioni meteorologiche favoriscono l’accumulo di smog, peggiorando la qualità dell’aria e aumentando i rischi per la salute pubblica. Per queste ragioni a Torino si adottano misure particolarmente restrittive sul traffico veicolare.
D’altro canto, l’adozione dello smart working su larga scala contribuisce significativamente a ridurre il numero di veicoli in circolazione, diminuendo le emissioni di CO2 e altri inquinanti, migliorando la qualità dell’aria, riducendo l’incidenza delle malattie respiratorie e cardiovascolari tra la popolazione. Meno traffico significa anche meno rumore, e un ambiente urbano più vivibile e tranquillo.
Va detto anche che lo smart working non compromette la produttività, anzi, numerosi studi hanno dimostrato che lavorare da casa aumenta l’efficienza dei lavoratori. La possibilità di gestire il proprio tempo in modo più flessibile permette di conciliare meglio vita lavorativa e privata, riducendo lo stress e aumentando la soddisfazione lavorativa.
L’accordo del Comune di Roma prevede un sistema di monitoraggio per valutare l’efficacia dello smart working e apportare eventuali modifiche necessarie. Un approccio basato sui dati garantisce che la misura venga implementata in modo efficace e che i benefici siano massimizzati.
Lo smart working promuove anche l’inclusività, offrendo opportunità di lavoro a persone che potrebbero avere difficoltà a recarsi fisicamente in ufficio. Penso alle persone con disabilità, genitori con bambini piccoli o con anziani da curare, e a chi vive in aree rurali o periferiche. E’ di tutta evidenza come l’adozione di politiche di smart working contribuisca a creare un ambiente di lavoro più equo e accessibile per tutti.
Per le amministrazioni comunali, lo smart working comporta una riduzione significativa dei costi operativi. Meno lavoratori in ufficio significa meno spese per l’energia, la manutenzione degli edifici e altre risorse. Sono tutti risparmi che possono essere reinvestiti in servizi pubblici essenziali, migliorando ulteriormente la qualità della vita dei cittadini.
Torino e la Pianura Padana rappresentano un caso particolare. La nostra regione è una delle più industrializzate e densamente popolate d’Italia, con livelli di inquinamento atmosferico tra i più alti d’Europa. Durante i mesi invernali, la combinazione di emissioni industriali, traffico veicolare e condizioni meteorologiche stabili crea una situazione critica per la qualità dell’aria.
L’adozione dello smart working in Piemonte, a Torino, avrebbe un impatto significativo sulla riduzione dell’inquinamento. E non va tralasciato il fatto che Torino è un centro di innovazione e tecnologia, con una forte presenza di aziende nel settore IT e delle telecomunicazioni, fatto, quest’ultimo, che rende la città particolarmente adatta a sperimentare e implementare soluzioni di smart working su larga scala.
Sull’esempio di Roma lo smart working va sostenuto, con alcune condizioni importanti perché é una modalità del lavoro che dev’essere organizzato e contrattato con le organizzazioni sindacali per garantire che sia un’esperienza positiva e soddisfacente per i lavoratori: va immaginato come uno strumento di flessibilità organizzativa e una misura per migliorare il benessere complessivo nei luoghi di lavoro.
Le amministrazioni locali, in particolare quella torinese, guardino al futuro e adottino soluzioni innovative come lo smart working per affrontare le sfide che attendono le città e il territorio. Serve un impegno collettivo e una visione lungimirante per costruire città più sane, sostenibili e resilienti per le generazioni future. E’ nelle città, infatti, che ci sarà la massima concentrazione di persone nei prossimi decenni, ed è oggi che dovremmo pensare a soluzioni ragionevoli per il domani.