La Sala Rossa discute sull’incidente di piazza Toti, dove un albero è caduto addosso a un quattordicenne che ha riportato un trauma cranico con emorragia cerebrale. Il dibattito è seguito alla relazione dell’assessore Enzo Lavolta ed è stato concluso dalla replica del sindaco Piero Fassino.
Secondo il consigliere del Nuovo Centrodestra Enrico Liardo si tratta «di un caso di grave trascuratezza», dal momento che «È grave che il tiglio sia caduto senza che vi siano stati eventi atmosferici quali una tromba d’aria: si tratta di un caso di evidente trascuratezza». Marco Grimaldi di Sinistra Ecologia Libertà parte da un presupposto diverso affermando che «Bisogna evitare ogni strumentalizzazione» ma d’altra parte ammette anche che «è vero che si è trattato di un fatto inquietante» e afferma: « In Commissione, recentemente, abbiamo analizzato i costi dell’illuminazione pubblica, riscontrando come per ogni lampione si spenda, per il monitoraggio e la manutenzione ordinaria, una cifra pari a 100 euro. Per ogni albero, si spendono soltanto quattro euro».
Polemica la grillina Chiara Appendino: «Dobbiamo comprenderne le cause, dubito che si tratti di pura fatalità – dice – l’assessore ha gestito con superficialità la vicenda: non credo che abbia specifiche responsabilità civili o penali, anche se non sono io a doverlo stabilire, ma esiste la responsabilità politica». Più possibilista Silvio Viale del Partito Democratico, che si tiene sul vago. « Non so se lo screening effettuato ogni tre anni sia sufficiente o meno – commenta – Il Comune ha tutte le competenze per dircelo ma deve essere chiaro che l’aumento di controlli comporta un aumento di risorse».
Il leghista Fabrizio Ricca invita «l’assessore a fare in modo che episodi come quello accaduto sabato non si verifichino più» e il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone gli fa eco: « Una città come Torino vive anche nelle periferie ma le politiche sul decentramento hanno azzerato i fondi per le manutenzioni delle aree verdi». Michele Curto di Sel chiede di «verificare, prima dell’intervento della Procura, se si sia trattato di un errore umano nella valutazione di rischio, per capire se sia isolato o diffuso».
«E’ evidente che si tratta di un episodio che ha colpito tutti, perché è stata messa a rischio l’incolumità e la vita di tre ragazzi – conclude Fassino – Un episodio che ci deve indurre non solo a capire le dinamiche dell’incidente, ma soprattutto a verificare lo stato dei controlli del nostro patrimonio arboreo. Partendo, però, dal senso di comune responsabilità, inviterei alla razionalità. Dire che in una città con centodiecimila alberi, quell’albero è caduto per incuria, mi sembra un modo non razionale di affrontare la questione. Le cifre dimostrano il contrario».
©RIPRODUZIONE RISERVATA