Sono state rinviate a giudizio dalla Procura di Torino le sette persone responsabili del raid incendiario nel campo rom della Continassa, nell’estrema periferia nord – ovest di Torino, il 10 dicembre 2011. L’episodio di violenza si era scatenato qualche giorno dopo che si era sparsa la notizia che una ragazzina di 16 anni fosse stata organizzata dai nomadi. Quella che era partita come una fiaccolata per esprimere solidarietà alla giovane era degenerata, appunto, in un incendio. La presunta vittima aveva denunciato di essere stata violentata da due rom, mentre tornava a casa nel quartiere delle Vallette. Una versione già smentita nella stessa sera, quando, interrogata dai carabinieri del Comando Provinciale di Torino, aveva ammesso di essersi inventata tutto e confessato di aver avuto un rapporto sessuale con un ragazzo.
Una bugia che, però, aveva portato al tentativo di linciaggio. Quasi due anni e mezzo fa, infatti, circa cinquanta persone si erano staccate dalla fiaccolata e, con cappucci e armi alla mano, erano andati nel campo rom. Lì avevano incendiato baracche e roulotte abusive con l’aiuto di bombe carta. Poi, dopo aver fatto allontanare i nomadi che occupavano il sito, avevano appiccato il fuoco distruggendo auto, camper e strutture.
Ora tre di loro dovranno rispondere di istigazione all’odio razziale per aver incitato i dimostranti con frasi del tipo «Bruciamoli tutti».
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