1.1 C
Torino
domenica, 9 Febbraio 2025

“Fermiamo la guerra in Ucraina”. Presidio a Torino

Più letti

Nuova Società - sponsor
Redazione
Redazione
Nuova Società nasce nel 1972 come quindicinale. Nel 1982 finisce la pubblicazione. Nel 2007 torna in edicola, fino al 2009, quando passa ad una prima versione online, per ritornare al cartaceo come mensile nel 2015. Dopo due anni diventa quotidiano online.

Sabato alle 11 in piazza Castello a Torino per la pace. “In queste ore in cui il ricorso alle armi e il rifiuto di ogni spazio di trattativa sembra prevalere con grandi sofferenze per tutti, ma in particolar modo del popolo che abita l’Ucraina, è indispensabile che salga la voce della maggioranza della gente che non vuole la guerra”. Lo sostiene il coordinamento pacifista A.G.ite, che lancia un appello ai cittadini e alle associazioni per la mobilitazione. “Condanniamo con forza l’intervento russo nel Donbass che ci avvicina ad un punto di non ritorno – spiegano – Facciamo nostro l’appello del movimento pacifista ucraino contro la preparazione della guerra e per una soluzione pacifica del conflitto”. Il coordinamento chiede che “il governo non smetta di cercare una soluzione diplomatica alla crisi e non si avventuri in una partecipazione militare”.
Tra le adesione anche quelle di Rifondazione Comunista, oltre ad associazioni come l’Arci. “La crisi Ucraina è ormai precipitata nel conflitto armato, con conseguenze  tragiche per tutte e per tutti”, spiega Fausto Cristofari, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino. “Il progetto espansionistico della NATO ed il rifiuto dell’Ucraina di applicare gli accordi di Minsk, che riconoscevano l’autonomia delle Regioni a maggioranza russofona, hanno portato a questo esito drammatico”. Aggiunge Cristofari: “Ma ora l’inaccettabile intervento diretto delle truppe russe in Ucraina, accompagnato da dichiarazioni altrettanto inaccettabili da parte di Putin, rischia di mettere in moto una spirale micidiale, che può condurre ad uno stato di guerra generale”. “E’ quindi più che mai necessario mobilitarsi contro la guerra, e  sostenere una soluzione di pace per la crisi: per il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina e di tutte le truppe straniere presenti nell’area dello scontro; per un piano di pacificazione basato sulla neutralità dell’Ucraina e sul riconoscimento dei diritti di tutte le popolazioni, ucraine e russe, tornando allo spirito degli accordi di Minsk”. “Il governo italiano e la UE hanno fin qui dimostrato soltanto la loro totale subalternità agli USA e alla NATO, non facendo nulla di concreto per ricercare una soluzione pacifica della crisi. L’Italia deve impegnarsi ora per fermare la guerra e, nel rispetto dell’art.11 della nostra Costituzione, non deve partecipare in alcun modo ad essa: diciamo NO all’invio di armi, soldati, navi, aerei italiani nell’area interessata dal conflitto. L’Italia deve portare avanti una politica di pace: non può quindi continuare a far parte della NATO, una alleanza imperialista che non ha più alcuna ragione di esistere: “Fuori l’Italia dalla NATO! Fuori la NATO dall’Italia!” resta la nostra ferma posizione in proposito. 
Bisogna fermare il mercato delle armi, che alimenta le guerre nel mondo: “Posti di lavoro, non bombe!” è lo storico slogan del movimento contro la guerra, che oggi più che mai ribadiamo. Respingiamo quindi  l’idea  nefasta di trasformare Torino nel polo nazionale dell’industria bellica.
Bisogna tornare a far sentire la voce dei popoli, che come sempre saranno i primi a pagare pesantemente i costi della guerra e delle sanzioni economiche”. “Rifondazione Comunista sarà presente alla manifestazione per la Pace già indetta a Torino, nell’ambito di una iniziativa nazionale, SABATO 26 FEBBRAIO alle 11 in piazza Castello, ma occorre costruire sin dalle prossime ore una mobilitazione  immediata e permanente contro la guerra”, conclude Cristofori.    

- Advertisement -Nuova Società - sponsor

Articoli correlati

Nuova Società - sponsor

Primo Piano