Sono quasi cinquemila i medici contagiati in Italia a causa del Covid-19. Ventidue sono morti, alcuni di loro sono diventati pazienti dei colleghi altri invece hanno contratto il virus fuori dal posto di lavoro. Anche se non è ancora tutto finito le prime richieste di indennizzo sono già pronte. Ma che impatto potranno avere sulle casse dello Stato? A spiegarlo è lo studio legale Torinese Arnone, specializzato in risarcimento del danno alla persona.
“L’emergenza sanitaria, lo vediamo tutti, sta avendo effetti devastanti in termini di contagio e decessi – spiega Gino Arnone -. Soggetti particolarmente esposti in questo momento sono proprio medici, infermieri e personale sanitario in genere. Quegli stessi soggetti a cui oggi tutti esprimiamo gratitudine in maniera incondizionata per la guerra condotta in trincea contro un nemico subdolo ed invisibile”.
In questo caso la tutela legale cosa può offrire ai famigliari? “Abbiamo richiesto l’ammissione ai benefici di legge previsti per le “vittime del dovere” – conclude l’avvocato -. È una normativa che abbiamo azionato più volte in altri casi. Questa emergenza è chiaramente senza precedenti ma vi è un passaggio della norma che consente di ottenere i benefici previsti in origine per un nucleo ristretto di aventi diritto anche ai dipendenti pubblici impegnati in attività di tutela della pubblica incolumità. Ci aspettiamo pertanto che alle declamazioni di principio arrivate da tutte la parti faccia seguito l’accoglimento delle nostre richieste senza necessità di attivare il contenzioso”.
Avvocato Arnone a quanto ammonta, se i 22 morti fossero tutti per causa di servizio, l’indennizzo previsto per legge?
“In base alla normativa vigente è possibile ipotizzare una somma complessiva di 4 milioni e mezzo di euro. Poco per lo Stato, un segnale importante per le famiglie”.