Continua, come annunciato, il presidio dei lavoratori delle cooperative di tipo b davanti al Comune. Rimangono con la loro tenda e il loro gazebo fino a quando non avranno delle risposte dalle istituzioni. Infatti, a seguito dei continui tagli, perpetrati a partire dall’allora ministro Maria Stella Gelmini, rischiano di vedere ridotte le loro ore lavorative e il loro stipendio.
250 euro. Questa dovrebbe essere la cifra con cui riuscire a vivere, con cui mantenere una famiglia.
È il caso di Francesco Giachetta della cooperativa Ergonauti, 46 anni, addetto alla sorveglianza nelle scuole.
È un invalido permanente. Due figli e una moglie a carico. L’affitto da pagare. E i soldi che non bastano mai. Ora con questa ennesima “mazzata” rischiano di rimanere in mezzo a una strada.
«I politici parlano di futuro, ma ce lo stanno uccidendo. Muovono le persone e le cose come dei burattini. Dov’è il bene comune?», dice con rabbia e consolazione.
Alla fine «non ci resta che costruire il nostro riposo, altro che il futuro», dice.
E alla vigilia delle elezioni regionali di maggio la delusione è troppa: «Io non ci vado più a votare. Loro non mi rappresentano e pensano solo agli affari loro. Si picchiano in consiglio regionale, solo per il loro interesse che devono perseguire».
«Come può vivere un padre con 250 euro al mese», se lo chiede, ma lo chiede soprattutto a chi dovrebbe costruire il bene comune.
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