Ai ciclofattorini delle consegne a domicilio vanno applicate le tutele del lavoro subordinato, come previsto dal Jobs Act, nella forma “ibrida” delle “collaborazioni organizzate dal committente”. Lo ha stabilito la Cassazione respingendo il ricorso di Foodinho, nel contenzioso tra Foodora e cinque riders di Torino.
Marco Grimaldi, consigliere regionale in Piemonte (Luv), commenta la pronuncia della Cassazione sui rider torinesi. «Vittoria. Ora che la giustizia si è espressa in modo definitivo, siano gli ispettorati del lavoro a fermare il cottimo, e la politica dia pieni diritti, dignità e sicurezza a questi lavoratori».
«C’è una nostra legge – osserva Grimaldi – che ormai da un anno vieta la retribuzione a cottimo in Piemonte. Come ha ribadito a inizio anno l’intero consiglio regionale è davvero giunto il momento di fare in modo che questa norma sia pienamente applicata e i controlli siano svolti regolarmente».
Anche Paolo Furia, segretario piemontese del Partito Democratico dice la sua: «C’è voluto coraggio a condurre questa battaglia, contro lo scetticismo di tanti: sicuramente della destra, e qualche volta, anche da noi. Ora la palla torna in mano alla politica: è infatti evidente che le ambiguità normative devono essere superate e che deve essere seguito il modello introdotto in Lazio dal Governatore Zingaretti per avanzare tutele nei confronti dei riders. Anche in Piemonte, alla fine del mandato di Chiamparino si era iniziato un lavoro in tal senso, i cui esiti oggi sono in mano al Governatore Cirio».