Nuova protesta di Extinction Rebellion alla Coppa del Mondo di Sci, a Sestriere. Al termine della prima manche del mondiale femminile le “Red Rebel”, vestite di rosso, hanno attraversato il villaggio degli sponsor e arrivate all’entrata della pista, hanno srotolato uno striscione con scritto “Bye bye neve, la crisi climatica è già qui”.
“Il rosso simboleggia il pericolo, la passione, il sangue di tutte le specie viventi e degli essere umani, che ci unisce e ci rende una cosa sola in questo tempo di crisi” spiega Bianca, una delle figuranti. E aggiunge “Le Red Rebel sono figure eteree, sovrannaturali che illuminano l’invisibile e invitano le persone a entrare in una bolla di calma e silenzio. Le Red Rebel sono la calma e la forza nella tempesta”.
“La Coppa del Mondo di Sci Alpino, prima di approdare a Sestriere, ha visto l’annullamento di una gara dopo l’altra” spiegano gli attivisti climatici che precisano: “In quei giorni, infatti, l’assenza di neve e la pioggia sopra i 3000 metri hanno costretto gli organizzatori ad annullare le gare. Le temperature altissime di questo autunno stanno rivelando le contraddizioni di manifestazioni sciistiche “senza senso e contro ogni logica ambientale”, nelle parole dell’argento olimpico francese Johan Clarey. Eppure, molti luoghi montani che in inverno vivevano grazie al turismo legato agli sport invernali, sono oggi sempre più in sofferenza di fronte a precipitazioni nevose assenti e a costi insostenibili per l’innevamento artificiale.
Un episodio dopo l’altro che ci ricorda come la crisi ecoclimatica stia impattando sempre più pesantemente su tutto il territorio italiano, sule catene alpine e, di conseguenza, su tutti gli impianti sciistici”.
“Quello che stiamo vivendo non è un anno anomalo” afferma Annalisa, professoressa di scienze e attivista di Extinction Rebellion. “Chi studia il clima e le montagne sa che le temperature continueranno ad aumentare, la neve sarà sempre meno e le condizioni per l’innevamento artificiale sempre meno frequenti. Continuare ad investire, come sta facendo la Regione Piemonte, per mantenere e sviluppare attività energivore ed economicamente insostenibili è ideologico, miope e in contrasto con ciò che sta chiedendo la comunità scientifica” conclude Annalisa.